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Torino, nuovo blitz della Digos contro ambienti legati all’estrema destra

È scattato all’alba un nuovo blitz della Digos di Torino contro vari gruppi legati all’estrema destra. L’operazione segue le perquisizioni effettuate lo scorso 20 giugno che avevano portato al sequestro di vari materiali, fra cui manganelli e un busto di Benito Mussolini, e alla denuncia del segretario del gruppo torinese per apologia del fascismo.
A cura di Annalisa Girardi
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La conferenza stampa "Operazione Digos” dello scorso 20 giugno.
La conferenza stampa "Operazione Digos” dello scorso 20 giugno.

Da questa mattina è in corso un blitz della Digos di Torino in ambienti legati all'estrema destra. Le perquisizioni sono scattate all'alba, verso le ore 5, e riguardano sia sedi che abitazioni private di diversi militanti della destra oltranzista, appartenenti ai gruppi di Forza Nuova, Rebel Firm di Ivrea e la Legio Subalpina, un centro originario dell'estrema destra milanese che lo scorso marzo era stato inaugurato anche nel capoluogo piemontese. L'operazione è il risultato delle investigazioni che lo scorso 20 giugno avevano portato alla denuncia del segretario di Forza Nuova Torino per istigazione al fascismo. In quell'occasione erano stati sequestrati manganelli con la scritta "Dux Mussolini", mazze da baseball, scudi con simboli fascisti e altri oggetti con emblemi dell'estrema destra, come alcune bandiere della Repubblica Sociale, un busto di Benito Mussolini e delle pubblicazioni che celebravano il fascismo. "Ciò che è stato sequestrato evidenzia una particolare pericolosità dei militanti", aveva dichiarato il dirigente della Digos di Torino, Carlo Ambra, aggiungendo che scudi e mazze da baseball potevano facilmente venire utilizzati durante le iniziative di piazza.

L'operazione del mese scorso era stata avviata dopo che alcuni militanti avevano esposto uno striscione con l'immagine del fascio littorio e con la scritta "Spezza le catene dell'usura. Vota fascista, vota Forza Nuova", in  corso Unità d'Italia. L'immagine dello striscione, un'esplicita evocazione del regime fascista, erano poi state diffuse sui social network e avevano fatto scattare una serie di indagini e approfondimenti nell'ambiente dell'estrema destra torinese, andando a coinvolgere altri gruppi (come Rebel Firm) rivelando rapporti tra la realtà della destra oltranzista piemontese e lombarda. In quell'occasione, non solo il responsabile del gruppo, Luigi Cortese, era stato denunciato per apologia del fascismo, ma anche anche la posizione di altri quattro militanti, fra cui un ultrà juventino del gruppo Tradizione, è stata messa al vaglio dell'autorità giudiziaria.

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