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Confindustria: nessun clima idilliaco nell’incontro tra Renzi e Merkel

Va sfatato il clima idilliaco dell’incontro tra Merkel e Renzi, osserva il presidente di Confindustria. “La cancelliera non ci ha accolto a baci e abbracci”.
A cura di Danilo Massa
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Giorgio Squinzi e Matteo Renzi.
Giorgio Squinzi e Matteo Renzi.

L'incontro di lunedì tra il premier italiano Matteo Renzi e la cancelliera tedesca Angela Merkel tiene ancora banco. A portare nuovamente il dibattito sull'appuntamento di Berlino ci ha pensato il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, che ha voluto "sfatare" il clima idilliaco dell'incontro italo-tedesco. Il numero uno degli industriali ha ricordato che la Merkel "è molto austera nei nostri confronti: non è che ci abbia accolto a baci e abbracci, ha detto che non possiamo derogare dalle regole". Squinzi tuttavia suggerisce prudenza anche nel giudicare l'operato del giovane governo italiano: a Renzi – riconosce il presidente di Confindustria – "non si possono dare voti, credo che sia ancora a casa che si sta preparando alle interrogazioni. Quando comincerà a rispondere alle interrogazioni formeremo i nostri giudizi".

Le parole di Squinzi non sono piaciute al Presidente del Consiglio, che definisce le osservazioni del rappresentante degli industriali "polemiche inutili". Squinzi non era presente all'incontro con la cancelliera – seguita il premier – "c'era invece alla cena, che è durata quasi due ore, con gli imprenditori tedeschi. Una cena che abbiamo organizzato noi e che è servita a mettere in cantiere alleanze e affari. Invece di attaccarmi dovrebbe dirci grazie". Non si tratta della prima divergenza tra Squinzi e Renzi. La precedente causa di attrito è stata il Jobs Act e in particolare la decisione di ridurre il cuneo fiscale tagliando l'Irpef più dell'Irap. In quell'occasione Squinzi si era mostrato scettico sulle buste paga più ricche di 80 euro, perché "è meglio un posto di lavoro in più che qualche euro in più in busta paga". Intanto Renzi, tornato a Palazzo Chigi dal tour diplomatico in Europa, ha preannunciato la prossima sfida da documentare anche attraverso i nuovi media: la "svolta buona" che ascolta i sindaci e che dovrebbe riformare la scuola pubblica.

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