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Sondaggi, Lega e Pd separati da soli 2 punti: Salvini dietro Conte, Zaia e Meloni tra i leader

La distanza tra il Partito democratico e la Lega, che durante l’emergenza coronavirus ha sofferto una continua perdita di consensi, è minima e non arriva nemmeno a due punti percentuali. Oggi il 23,9% degli italiani sceglierebbe il Carroccio e il 22% voterebbe i dem. Lo afferma un sondaggio di Ixè che indaga anche l’opinione degli italiani rispetto a chi dovrebbe guidare la coalizione del centrodestra e la fiducia nei principali leader politici.
A cura di Annalisa Girardi
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Non ci sono nemmeno due punti di distanza tra la Lega e il Partito democratico: lo afferma un sondaggio di Ixé per la trasmissione Cartabianca in onda su Rai Tre. Durante l'emergenza coronavirus il partito di Matteo Salvini ha sofferto una continua perdita di consensi, che l'hanno portato sempre più vicino alle forze politiche di maggioranza, rafforzatesi invece nei primi mesi del 2020. Ora questa distanza è minima, e non arriva nemmeno a due punti percentuali. Ma vediamo nello specifico come si comporterebbero gli elettori italiani se fossero chiamati oggi alle urne.

La Lega rimane comunque il primo partito nel Paese, al 23,9%. Un risultato ben al di sotto la soglia del 30% superata alle lezioni europee dell'anno scorso. Il Partito democratico, invece, questa settimana registra un 22%: tra i due ci sono quindi solo 1,9 punti percentuali. Al terzo gradino del podio troviamo invece il Movimento Cinque Stelle, con il 15,4%. Seguito da Fratelli d'Italia al 13,8%. Stabile nel sondaggi al 7,2% troviamo poi Forza Italia. Fanalino di coda tra i principali partiti, Italia Viva al 2,6%. Che però in realtà viene superato sia da +Europa (3,1%) che da La Sinistra (3%).

Il sondaggio indaga anche la fiducia degli italiani rispetto ai leader politici. La gestione dell'emergenza coronavirus premia il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che si trova in testa con 55 punti. Al secondo posto il governatore del Veneto, Luca Zaia, con 46 punti. Al terzo troviamo Giorgia Meloni che ottiene invece 31 punti, seguita da Matteo Salvini con 30 punti. Infine Nicola Zingaretti, Luigi Di Maio, Silvio Berlusconi e Matteo Renzi con, rispettivamente, 26, 21, 21 e 13 punti. Per la maggior parte degli intervistati (36%) il governo Conte durerà fino alla fine della legislatura, quindi fino al 2023. Per il 23%, invece i giallorossi rimarranno in carica almeno fino all'elezione del prossimo presidente della Repubblica, nel 2022. Il 14% crede invece che resisterà fino alla fine dell'emergenza coronavirus, mentre per il 13% cadrà entro pochi mesi.

Un'altra questione sottoposta agli intervistati riguarda Berlusconi e le dichiarazioni per cui Forza Italia potrebbe entrare al governo, ma con una nuova maggioranza trovata in Parlamento e che escluda i Cinque Stelle. Il 55% si dice contrario, contro un 26% favorevole. Gli elettori del centrodestra sono comunque divisi su chi dovrebbe guidare la coalizione: per il 36% dovrebbe essere Matteo Salvini, mentre il 34% sostiene che il posto di leader spetterebbe a Giorgia Meloni. Il 21% sostiene che la guida dovrebbe essere quella di Silvio Berlusconi. Solo il 2% si dice convinto che serva un'altra figura. Le cose cambiano se si prendono in esame le opinioni di tutti gli elettori, non solo quelli del centrodestra: per la maggioranza (29%) si dovrebbe infatti cercare un altro leader, mentre per il 21% la coalizione dovrebbe essere guidata da Meloni. Il 17% indica Berlusconi e solo per il 16%, invece, dovrebbe essere Salvini. Nel sondaggio non si valutano solo le opinioni degli italiani in termini di politica, ma si indaga anche cosa pensino i cittadini rispetto all'emergenza sanitaria. Il 46% degli intervistati afferma di temere per un nuovo aumento di contagi nel prossimo autunno, ma allo stesso tempo sostiene che l'Italia ora sia preparata e sappia come reagire. Il 36% si dice invece molto spaventato, contro un 11% che pensa che siano ancora allarmismi e che i contagi continueranno a diminuire. Per quanto riguarda invece gli effetti economici, il 91% si dice preoccupato contro l'8% che invece non lo è.

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