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Si sgonfia il reddito di cittadinanza: spunta l’ipotesi dell’assegno da 300 euro al mese. Di Maio smentisce

Secondo Repubblica, tenendo conto delle disponibilità di bilancio, il reddito di cittadinanza avrà una copertura massima di 5 miliardi di euro per una platea di 1 milione e mezzo di richiedenti che si trovano in condizioni di disagio economico. Ciascuno potrà percepire circa 300 euro mensili. Il vicepremier Luigi Di Maio smentisce.
A cura di Charlotte Matteini
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Il reddito di cittadinanza sarà introdotto con la prossima legge di bilancio, ma molto probabilmente l'importo erogato sarà di gran lunga inferiore rispetto ai 780 euro mensili promessi dal Movimento 5 Stelle in campagna elettorale. Secondo quanto sostiene un retroscena pubblicato dal quotidiano La Repubblica, causa vincoli di bilancio europei, il ministro dell'Economia Giovanni Tria potrebbe trovare coperture per un massimo di 5 miliardi di euro, ma il progetto originale del Movimento 5 Stelle ne costerebbe ben 17.

In sostanza, smentendo le recenti dichiarazioni del sottosegretario pentastellato Laura Castelli e i proclami del vicepremier Luigi Di Maio, il reddito di cittadinanza che verrà inserito in legge di bilancio sarà operativo non da gennaio ma da settembre 2019, consentirà di erogare solamente un mini-assegno pari a 300 euro circa al mese per massimo 4 milioni di persone (ovvero la metà della platea individuata dall'iniziale proposta M5S).

Il reddito di cittadinanza targato 5 Stelle, che andrà a soppiantare il reddito di inclusione varato dal governo Gentiloni, potrebbe essere introdotto gradualmente, dati i costi elevati, per rispettare i vincoli di bilancio Ue: per il 2019, infatti, il governo dovrà già trovare 13 miliardi per evitare l'applicazione della clausola di salvaguardia che provocherebbe l’aumento dell’Iva, oltre alle risorse per l'introduzione della flat tax per le Partite IVA.

Secondo Repubblica, tenendo conto delle disponibilità di bilancio, il reddito di cittadinanza avrà una copertura massima di 5 miliardi di euro per una ristretta di richiedenti che si trovano in condizioni di disagio economico. Ciascuno potrà percepire circa 300 euro mensili. In conclusione, Repubblica riporta inoltre il parere di Massimo Baldini, docente all’Università di Modena, secondo il quale il governo non potrà andare oltre un potenziamento del reddito di inclusione introdotto dal governo Gentiloni e, dunque, potrebbe essere dunque stabilito un reddito più basso come requisito per l’accesso al reddito di cittadinanza, con l’assegno destinato a chi vive in condizioni di povertà assoluta e non di povertà relativa, ovvero massimo 4 milioni di persone.

La smentita di Luigi Di Maio

Il vicepremier Luigi Di Maio smentisce l'indiscrezione diffusa da Repubblica questa mattina: "La fake news del giorno è de La Repubblica, secondo la quale il Reddito di Cittadinanza sarà solo di 300 euro a 4 milioni di persone. Non contenti hanno rilanciato nell'articolo ancora una volta la bufala delle file ai Caf il 4 marzo, una menzogna smentita in tutte le salse ma che continua a essere diffusa dai giornali dell'establishment in spregio dei cittadini del Sud raccontati come persone che vanno in giro a fare l'elemosina. Se non è razzismo poco ci manca". 

"I giornali dei prenditori editori ormai ogni giorno inquinano il dibattito pubblico e la cosa peggiore è che lo fanno grazie anche ai soldi della collettività. In legge di bilancio porteremo il taglio dei contributi pubblici indiretti e stiamo approntando la lettera alle società partecipate di Stato per chiedere di smetterla di pagare i giornali (con investimenti pubblicitari spropositati e dal dubbio ritorno economico) per evitare che si faccia informazione sui loro affari e per pilotare le notizie in base ai loro comodi. Questo non è giornalismo, è solo propaganda per difendere gli interessi di una ristretta élite che pensa di poter continuare a fare il bello e il cattivo tempo. Non sarà più così. Il nostro Paese ha bisogno di un'informazione libera e di editori puri senza altri interessi che non siano quelli dei lettori", conclude Di Maio.

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