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Sentenza Cedu sull’ergastolo duro, Maria Falcone: “Non vanifichiamo anni di lotta alla mafia”

Esplodono le reazioni della politica dopo la sentenza della Corte di Strasburgo sull’ergastolo ostativo. “Dovremmo essere più gentili con ergastolani, mafiosi e assassini? Mai. Per quanto riguarda me e la Lega il carcere a vita per i peggiori delinquenti non si tocca”, ha detto Matteo Salvini. Maria Falcone, sorella del giudice ucciso dalla mafia, si è definita preoccupata e ha avvertito contro la peculiarità della criminalità organizzata italiana.
A cura di Annalisa Girardi
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Dopo che la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo (Cedu) ha rigettato il ricorso dell'Italia, ponendo in vigore la decisione dello scorso 13 giugno che definiva l'ergastolo ostativo per i mafiosi, il cosiddetto "fine pena mai", un trattamento inumano e degradante, si sono scatenate le reazioni della politica italiana. Maria Falcone, sorella del giudice morto nella strage di Capaci, ha commentato, definendosi preoccupata per la sentenza della Grande Chambre della Cedu: "Le mafie italiane hanno peculiarità tali da aver indotto il legislatore ad adottare normative come quella che nega i benefici agli ergastolani per reati di mafia che non collaborino con la giustizia. Un automatismo che deriva proprio dalla natura del tutto singolare della criminalità organizzata nel nostro Paese, una singolarità che purtroppo abbiamo imparato a conoscere in anni di violenze, morti, terrore e sopraffazione".

La presidente della fondazione che porta il nome del fratello ucciso dalla mafia ha poi aggiunto: "La parola passa ora al legislatore italiano che dovrà adeguarsi alle indicazioni della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Alla politica tutta, senza distinzioni di colore, rivolgo un appello a trovare una soluzione che non vanifichi anni di lotta alla mafia e che sappia contemperare i diritti con la sicurezza dei cittadini. Legare la concessione dei benefici carcerari a un generico ravvedimento, indipendente dalla collaborazione con la Giustizia del detenuto, è un concetto molto rischioso. Come pericoloso è concedere premialità che possono vanificare gli effetti del carcere duro, una misura nata dopo le stragi del '92 che ha consentito di spezzare i legami tra i boss detenuti e i clan".

Le reazioni della politica

"La mafia è una montagna di merda, diceva Peppino Impastato. La mafia non va sottovalutata, la mafia va sconfitta. Conoscere quello che rappresenta, e comprendere cosa vuol dire combatterla, sarebbe stato utile a chi oggi ha assunto una decisione che rischia di farci fare parecchi passi indietro nella lotta alla criminalità organizzata. La nostra storia purtroppo è diversa, piena di sangue e dolore. La sentenza della Cedu non e' in alcun modo condivisibile, per questo sono certa che il Governo intraprendera' ogni iniziativa utile per far valere le ragioni del nostro Paese": questo invece il commento di Laura Castelli, vice ministro dell'Economia e delle Finanze.

Giorgia Meloni ha invece definito "scandalosa" la sentenza della Cedu, affermando che il "carcere a vita per i mafiosi non si tocca". Il leader leghista Matteo Salvini, da parte sua, ha affermato: "Ennesima follia ai danni dell'Italia dalla Corte dei diritti umani di Strasburgo. Dovremmo essere più gentili con ergastolani, mafiosi e assassini? Mai. Per quanto riguarda me e la Lega il carcere a vita per i peggiori delinquenti non si tocca, semmai lavoriamo per introdurre il lavoro obbligatorio in carcere come avviene in altri paesi al mondo".

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