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Sea Watch: “Gommone in avaria a largo della Libia, alta probabilità di dispersi e morti annegati”

Un gommone con 80 persone a bordo sarebbe naufragato a largo della Libia. Lo denuncia Sea Watch attraverso un post su Twitter, in cui comunica che ci sarebbero diverse persone in acqua, e un’alta probabilità di dispersi e morti annegati. Sul posto sarebbe intervenuta la Guardia costiera di Tripoli.
A cura di Annalisa Girardi
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Credits: Pilotes Volontaires (Twitter)
Credits: Pilotes Volontaires (Twitter)

Un gommone con a bordo 80 persone sarebbe naufragato a largo della Libia. A lanciare l'allarme è la Sea Watch, che pubblica su Twitter una foto scattata da un velivolo volontario, in cui si vede un'imbarcazione alla deriva e diverse persone in mare. A quanto riporta la Ong il naufragio sarebbe in corso in questi momenti a una cinquantina di miglia a nord di Garabulli. "Molte persone in acqua, alta probabilità di dispersi e morti annegati", scrive la Sea Watch, aggiungendo che due mercantili e la Guardia costiera libica hanno risposto all'sos. I militari libici sarebbero quindi sul posto. Ieri, in un incontro stampa, gli attivisti di Medici Senza Frontiere hanno denunciato l'attività della Guardia costiera di Tripoli, che riporta i migranti nei centri di detenzione libici, luoghi in cui queste persone vengono recluse arbitrariamente e subiscono violazioni dei propri diritti.

Lo scorso 1 giugno la nave è stata dissequestrata su disposizione della procura di Agrigento. Per qualche settimana la Sea Watch è dovuta rimanere ferma nel porto di Licata, dopo essere stata requisita per accertamenti giudiziari: lo scorso 18 maggio la nave era attraccata al porto di Lampedusa con a bordo 47 migranti soccorsi in acque libiche, nonostante il Viminale le avesse vietato di entrare in acque territoriali italiane. La nave si trovava sotto sequestro probatorio in modo da poter verificare l'esistenza o meno di possibili reati: il provvedimento ratificato qualche giorno fa, e immediatamente esecutivo, ha posto fine alla condizione di fermo.

I legali della Ong, Alessandro Gamberini e Leonardo Marino, che difendono il comandante Arturo Centore, iscritto al libro degli indagati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, hanno dichiarato: "Speriamo che ciò valga a interrompere una campagna diffamatoria nei confronti della Sea Watch di cui si è reso responsabile in più occasioni il ministro dell’Interno italiano. Il dissequestro della Sea Watch 3 da parte della Procura di Agrigento conferma la correttezza dell’operazione di salvataggio operata dall’equipaggio della Ong. Il provvedimento arriva anche grazie alla piena collaborazione fornita da noi alla polizia giudiziaria e al fatto che le modalità doverose e necessitate del salvataggio dei naufraghi sono state pienamente confermate dai documenti fotografici e fonografici, nonché dalle corrispondenti email rinvenute a bordo. In tempi molto brevi la nave potrà riprendere le operazioni di salvataggio".

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