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Sanità, nelle pagelle del ministero solo 11 Regioni promosse: quali sono e chi ha i “voti” peggiori

La fondazione Gimbe ha analizzato le valutazioni del ministero della Salute sulle sanità regionali, in particolare sul rispetto dei Livelli essenziali di assistenza. I dati sono riferiti al 2020, anno di arrivo della pandemia: il gap tra Nord e Sud è rimasto nonostante il Covid abbia colpito di meno il Mezzogiorno.
A cura di Luca Pons
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Il ministero della Salute ha pubblicato le sue valutazioni sull'erogazione delle prestazioni sanitarie da parte delle Regioni. Si tratta di un'analisi sui cosiddetti Livelli essenziali di assistenza che tutte le amministrazioni regionali devono garantire, per stabilire chi li sta rispettando (e quindi è "adempiente") e chi no (le "inadempienti"). Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe, ha spiegato che "si tratta di una vera e propria ‘pagella' per i servizi sanitari regionali". Le nuove valutazioni si riferiscono al 2020, anno in cui la pandemia da Covid ha colpito l'Italia.

I risultati, infatti sono "inevitabilmente condizionati dalla gestione dell’emergenza Covid-19", ha detto Cartabellotta. In ogni caso, emerge che "il gap Nord-Sud non si è ridotto, nonostante molte Regioni del Nord siano state colpite in maniera drammatica dalla prima ondata e, al tempo  stesso, quelle del Sud siano state risparmiate grazie al lockdown" messo in atto nella primavera del 2020. In più, il rapporto mette in luce che "la ‘sorella povera' della sanità, ovvero la prevenzione, è stata quella che ha pagato il conto più salato, in termini di erogazione di prestazioni essenziali".

La classifica delle Regioni per la sanità, chi rispetta i Livelli essenziali di assistenza e chi no

Le tre aree valutate dalle "pagelle" del ministero della Salute sono la prevenzione collettiva, l'assistenza a livello distrettuale (cioè la sanità sul territorio, al di fuori degli ospedali) e l'assistenza ospedaliera. Per ciascuna è stato assegnato un punteggio da 1 a 100. Ogni Regione può essere adempiente, se ha più di 60 punti in ognuna delle tre aree, oppure inadempiente se ha anche una sola ‘insufficienza'.

Le Regioni adempienti, cioè quelle che hanno rispettato i livelli essenziali di assistenza in tutte e tre le categorie, sono solo 11:

  • Emilia-Romagna
  • Friuli-Venezia Giulia
  • Lazio
  • Lombardia
  • Marche
  • Piemonte
  • Provincia autonoma di Trento
  • Puglia
  • Toscana,
  • Umbria
  • Veneto

Sono, quindi, inadempienti tutte le altre dieci Regioni. In particolare, sono inadempienti perché hanno una sola insufficienza:

  • Abruzzo
  • Liguria
  • Molise
  • Sicilia

Mentre ad avere due insufficienze sono:

  • Basilicata
  • Campania
  • Provincia autonoma di Bolzano
  • Sardegna
  • Valle D'Aosta

A chiudere la classifica è la Calabria, che raccoglie tre insufficienze su tre.

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Nella top 10 solo la Puglia, le altre Regioni del Sud sono tutte in fondo

Delle Regioni del Sud, "solo la Puglia si trova tra le 10 Regioni adempienti", ha sottolineato Cartabellotta. Questo, insieme alle "condizioni estremamente critiche della sanità in Calabria", mette in evidenza il grande "gap tra Nord e Sud", considerando anche il maggior impatto che la prima ondata di pandemia ha avuto al Nord.

Le analisi della fondazione Gimbe hanno messo in evidenza che alcune Regioni occupano posizioni molto diverse nelle tre aree considerate dalle valutazioni del ministero. Un esempio è l'Umbria, che si trova al primo posto nella categoria della prevenzione, ma scivola all'undicesimo per l'assistenza ospedaliera e al dodicesimo per quella distrettuale. Allo stesso modo, la Lombardia è terza per l'area distrettuale, quinta per quella ospedaliera ma quattordicesima per la prevenzione. Al contrario ci sono Regioni come Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Lazio, che occupano la stessa identica posizione nelle tre classifiche.

Gimbe ha sintetizzato i dati in un punteggio unico, che permette di stilare una vera e propria classifica delle sanità regionali. Questo non fa altro che "enfatizzare la differenza tra Nord e Sud", ha commentato Cartabellotta: nella prima metà della classifica "si trovano 7 Regioni del Nord, 3 del Centro e nessuna del Sud, mentre nell’ultimo quartile, eccetto la Provincia Autonoma di Bolzano, tutte le Regioni sono del Sud".

I punteggi completi di tutte le Regioni nelle tre categorie
I punteggi completi di tutte le Regioni nelle tre categorie

L'impatto del Covid-19, a soffrire è stata soprattutto la prevenzione

In più, confrontando i dati del 2020 con quelli del 2019, è emerso dove il Covid-19 ha avuto più impatto: i punteggi sono peggiorati per tutte le Regioni (tranne che per la Provincia Autonoma di Trento e la Valle d’Aosta), con un calo importante per Liguria, Abruzzo, Lombardia, Calabria, Basilicata e Sicilia. Anche in questo caso, "sette delle undici Regioni con gap superiore a 20 punti si trovano al Sud".

A peggiorare di più è stata l'area della prevenzione: i punteggi sono scesi di 263 punti, contro i 150 dell'assistenza ospedaliera. Al contrario, l'assistenza distrettuale ha visto addirittura un leggero miglioramento (+5 punti). "Il crollo della prevenzione è l’inevitabile conseguenza sia degli esigui investimenti in quest’area, sia del fatto che il personale già limitato in forza ai dipartimenti di prevenzione è stato impiegato in prima linea nella gestione dell’emergenza pandemica", ha concluso Cartabellotta.

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