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Sandro Gozi lascia l’incarico presso il governo francese: “Vili attacchi di stampa, mi dimetto”

“Deploro fortemente di essere l’obiettivo ricorrente di numerosi attacchi da quando ho deciso di compiere un altro passo nella realizzazione dell’ambizione transnazionale.  Poiché non intendo vedere minata l’integrità della mia carriera e il mio impegno costantemente sfidato da vili attacchi senza essere in grado di difendermi completamente, ho scelto di dimettermi per riguadagnare la piena libertà di parola e rispondere alle strumentali accuse che mi vengono rivolte”, ha affermato Sandro Gozi l’ex sottosegretario agli Affari europei durante e il governo Renzi, poi consulente del primo ministro francese.
A cura di Annalisa Girardi
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Sandro Gozi, consulente del primo ministro francese, Edouard Philippe, ed ex sottosegretario agli Affari europei durante il governo di Matteo Renzi, ha deciso di dimettersi. "Da lunedì scorso, sono nuovamente oggetto di rivelazioni di stampa che hanno come unico intento quello di minare il mio impegno e le mie nuove attività professionali. Per questa ragione ho preso la decisione di dimettermi a partire da oggi dalla mia funzione di incaricato di missione presso il Primo Ministro della Francia per evitare qualsiasi strumentalizzazione politica, vista anche l’attuale situazione europea", ha comunicato Gozi su Facebook.

Le rivelazioni di stampa a cui fa riferimento Gozi sarebbero delle inchieste dei giornali Le Monde e Times of Malta, in cui l'ex sottosegretario è stato accusato di aver lavorato anche per il governo maltese di Joseph Muscat dopo aver accettato, lo scorso primo agosto, l'incarico presso il primo ministro francese. Ma Gozi ha precisato di aver terminato qualsiasi missione di consulenza per La Valletta prima di accettare il ruolo nel governo francese: "Ricordo inoltre di essere stato incaricato in questo nuovo ruolo a partire dall’1 agosto 2019, come impiegato a tempo pieno, e di avere rispettato tutte le dichiarazioni dell’HATVP, che non ha ancora reso un risultato conclusivo dell’esame in corso. In merito al contratto citato nelle suddette rivelazioni di stampa, sottolineo di aver svolto legalmente una missione consultiva come consulente tecnico esterno delle autorità maltesi, che ha avuto luogo a posteriori rispetto alla mia funzione ministeriale in Italia ed è stata interrotta su mia richiesta a seguito della convalida del risultato delle elezioni europee in Francia, il 28 maggio come confermato oggi stesso dall’amministrazione Maltese. Inoltre, l’attività consultiva prestata, svolta in piena trasparenza, sulla base di riconosciute e specifiche competenze, era comunque priva di ogni potenziale incompatibilità con l’incarico ricevuto successivamente dal Governo francese".

Gozi ha poi continuato, spiegando: "Deploro fortemente di essere l'obiettivo ricorrente di numerosi attacchi da quando ho deciso di compiere un altro passo nella realizzazione dell'ambizione transnazionale – battaglia che porto avanti da molti anni – candidandomi prima per la maggioranza presidenziale francese ed esercitando poi un ruolo professionale nella squadra del Primo Ministro. Poiché non intendo vedere minata l'integrità della mia carriera e il mio impegno costantemente sfidato da vili attacchi senza essere in grado di difendermi completamente, ho scelto di dimettermi per riguadagnare la piena libertà di parola e rispondere alle strumentali accuse che mi vengono rivolte. Rimango determinato nella mia ambizione transnazionale e nella mia azione per l'Europa e ringrazio il Primo Ministro francese, il suo gabinetto e i membri del personale di Matignon per il lavoro svolto insieme e la fiducia condivisa. Non ci saranno ulteriori commenti su queste dimissioni. È una scelta di responsabilità per proteggere l’interesse del Primo Ministro e della causa europea".

Gozi era effettivamente diventato il bersaglio di numerose polemiche in Italia per essere entrato a far parte dell'amministrazione francese. Il leader del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio, aveva ipotizzato di revocargli la cittadinanza: "Nulla contro la Francia, ma bisogna valutare se togliere la cittadinanza", aveva affermato. "Tu lavori per il governo italiano, rappresenti e servi lo Stato italiano e poi a un certo punto lo tradisci e ti vai ad arruolare nelle fila di un altro governo come responsabile della politica europea del governo Macron, allora bisogna valutare se togliergliela perché siamo di fronte a una cosa inquietante per cui un nostro sottosegretario, anche se era del Pd, adesso diventa esponente di un altro governo con cui abbiamo molte cose in comune ma anche interessi  configgenti", aveva poi concluso Di Maio.

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