Salvini se la prende con i migranti musulmani: “Fuori dalle palle chi non rispetta le nostre tradizioni”

Durante il comizio elettorale per le regionali in Puglia, Matteo Salvini ha lanciato un’invettiva contro i migranti – specialmente di religione musulmana – usando i toni e il vocabolario dell’estrema destra europea. Allo stesso evento, Giorgia Meloni ha attaccato l’opposizione su manovra, sanità e referendum.
A cura di Luca Pons
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"L'Europa sta permettendo a troppi immigrati, soprattutto islamici, di entrare nel nostro Paese e di distruggere il nostro tessuto sociale, valoriale, economico". Lo ha detto Matteo Salvini parlando sul palco di Bari per il comizio elettorale in sostegno di Luigi Lobuono, candidato del centrodestra alle regionali 2026 Il suo intervento è stato seguito da quello di Giorgia Meloni, che ha attaccato l'opposizione sulla legge di bilancio, la sanità e il referendum sulla giustizia.

Le parole di Salvini sui migranti

"Il problema non è il dio, è pretendere che chi arriva a Bari, a Lecce, a Foggia, a Brindisi, a Taranto, a Trani rispetti la nostra cultura, i nostri simboli, la nostra religione e costituzione. Quelli che non sono disposti a farlo, cristianamente e generosamente fuori dalle palle, tornino da dove sono arrivati. Non possiamo essere noi a cambiare in base ai capricci di chi arriva domani mattina". Queste le frasi pronunciate dal leader della Lega Matteo Salvini

Il leader leghista parla di "remigrazione" come l'estrema destra Ue

Salvini, usando la retorica dell'estrema destra europea – che in Italia ha radici più che solide -, ha poi parlato di "remigrazione". Che si riferisce alla pretesa di rimandare ‘nel proprio Paese' non solo le persone immigrate di prima generazione, ma tutte quelle che in qualche modo non si ‘inseriscono' nella cultura di uno Stato.

"Il termine remigration per blindare le frontiere e riaccompagnare coloro che commettono reati può e deve essere oggetto di discussione anche in Italia", ha rilanciato il leader della Lega. "Si avvicina il Natale: se qualcuno si azzarda a dire ‘togliete il presepe e il crocifisso‘, guai a voi. Diamo rispetto ma pretendiamo rispetto", ha aggiunto.

Meloni difende la Manovra 2026: "Ci vuole coraggio a dire che aiuta i ricchi"

"Abbiamo messo davanti a tutto gli italiani e i loro bisogni reali", e "la sinistra ci viene a dire che questa manovra favorisce i ricchi", ma "ci vuole molto coraggio a sostenerlo". Lo ha detto la presidente del Consiglio Meloni, parlando sul palco di Bari per il comizio elettorale in sostegno di Luigi Lobuono, candidato del centrodestra alle regionali. Il dibattito sollevato dalla premier, in realtà, non è nato dalla sinistra ma da Bankitalia, Istat, Ufficio parlamentare di bilancio e Corte dei Conti, che la settimana scorsa hanno sottolineato i limiti della manovra 2026.

Il governo ha reagito prima con il ministro Giorgetti e, oggi, con la stessa presidente del Consiglio. Che però, come detto, ha ‘scaricato' la responsabilità della polemica sull'opposizione: "Dicono che aiutiamo i ricchi perché pensano che chi guadagna 2.400 euro al mese e magari ha tre figli va mazzolato. Io non sono d'accordo, sono persone che lavorano e che vanno aiutate", ha detto. Gli esperti già citati hanno riportato che la metà delle risorse per la riforma dell'Irpef saranno usate per dare sconti fiscali a chi guadagna da 48mila a 200mila euro, circa l'8% dei contribuenti italiani. E che, per esempio, il guadagno medio sarà di 408 euro all'anno per un dirigente e 23 euro all'anno per un operaio.

Sempre in tema di manovra, Meloni ha nuovamente attaccato lo sciopero generale indetto dalla Cgil perché si svolge di venerdì: "Non sia mai che la rivoluzione la facciamo di martedì", ha detto, "a dimostrazione che i diritti dei lavoratori non sono prioritari per alcuni.

Poi ha rivendicato i numeri dei fondi stanziati per la sanità, anche questi duramente criticati dagli esperti del settore: "Abbiamo investito sulla sanità 17 miliardi in più rispetto a quando siamo arrivati, uno stanziamento record mai visto prima. Ma la sinistra continua a usare il pallottoliere truccato", ha attaccato la presidente del Consiglio. Sulle liste d'attesa "le cose cominciano ad andare meglio", ha rivendicato: "Nei primi sette mesi di quest'anno il Sistema sanitario nazionale ha erogato 1,3 milioni di prestazioni in più agli italiani. Di questo passo a fine anno saranno oltre due milioni di prestazioni in più rispetto all'anno precedente".

La premier contro la sinistra, lancia il referendum sulla giustizia

Meloni ha anche lanciato un'invettiva contro un intervento televisivo dello psicologo Umberto Galimberti di alcuni giorni fa: "Secondo la sinistra, siete scemi. C'era in televisione un filosofo che diceva che io vinco perché quelli che si occupano del mio make-up sono bravissimi. In pratica voi mi votate perché sono truccata bene. Al netto del fatto che io mi trucco da sola e manco così bene, vi rendete conto di quanto sono superficiali le letture di questi intellettuali da salotto?", ha detto. Galimberti, oltre a citare per qualche motivo il make-up di Meloni, aveva parlato della sua capacità oratoria nei discorsi in pubblico.

"Alle brillanti teorie secondo cui gli italiani quando votano centrodestra sono stupidi, sono incolti, sono superficiali siamo abituati", ha comunque insistito Meloni. "Sono esattamente queste teorie, questa supponenza che ha portato la sinistra ai margini della vita politica, la loro presunta superiorità, il fastidio che provano per le persone comuni".

Infine, la presidente del Consiglio ha parlato del referendum sulla giustizia. "Altro che pieni poteri, vogliamo liberare i magistrati dalle correnti politicizzate", ha detto. "Togliamo ai partiti la facoltà di nominare un pezzo di Csm. Vogliamo una magistratura che sia libera, non controllata da nessuno". E ancora: "Sono convinta che migliaia di magistrati voteranno a favore nel segreto dell'urna".

Non è mancato un attacco alle opposizioni: "La sinistra dice ‘votate no per mandare a casa la Meloni'. Ma mettetevi l'animo in pace, arriveremo a fine legislatura e chiederemo il giudizio degli elettori. La Meloni la possono mandare a casa solo gli elettori, una cosa alla quale la sinistra non è abituata: la democrazia", ha concluso.

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