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Roccella: “Diritti dei bambini non sono in discussione, anche se nati con maternità surrogata”

Intervenendo al question time in Senato sulla maternità surrogata, la ministra della Famiglia sostiene che “i diritti dei bambini in Italia non sono in discussione”. Anche con un genitore solo, secondo Roccella, si possono godere di tutti i diritti. Certo non quello ad avere due genitori.
A cura di Tommaso Coluzzi
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I diritti dei bambini non sono in discussione, secondo Eugenia Roccella. Con un question time ad hoc in Senato – l'interrogazione parlamentare è di Forza Italia, praticamente un assist per l'esponente del governo Meloni – la ministra della Famiglia ha potuto spiegare perché, secondo lei, non c'è nessun pericolo per i figli di coppie omosessuali: "C'è dibattito nel Paese, è bene dare una risposta – ha cominciato Roccella – Non sono in discussione i diritti dei bambini in Italia, anche se nati all'estero con pratiche che sono reato nel nostro Paese, come ad esempio la maternità surrogata o utero in affitto, vietata dalla legge 40 del 2004".

"In caso di un atto di nascita estero in cui risultino genitori due padri, la trascrizione in Italia prevede quella del solo padre biologico – ha sottolineato Roccella – Una volta riconosciuto il genitore biologicamente legato a sé, il piccolo potrà godere di tutti i diritti dall'assistenza sanitaria all'istruzione, come accade ai bambini non riconosciuti dal padre e cresciuti dalle madri single". Il paradosso, ovviamente, è che in questo caso non sono famiglie monogenitoriali – come l'esempio, poco calzante, delle madri single fatto dalla ministra – ma famiglie con due papà. Per la legge, però, ne viene riconosciuto solo uno. Anche se parliamo di famiglie a tutti gli effetti.

"È importante ribadire che non c'è nessuna discriminazione nei confronti dei bambini, sarebbe inaccettabile – ha continuato la ministra Roccella – Permane la condanna dell'utero in affitto, ribadita più volte dalla Corte Costituzionale e dalla Cassazione, che ha escluso ogni automatismo nella trascrizione degli atti di nascita prodotti all'estero". Secondo la ministra "non sarebbe in funzione dei diritti del minore, ma di quelli dell'adulto". Il governo "è tenuto a rispettare questo quadro normativo, su cui il legislatore può intervenire".

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