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Elezioni regionali Umbria 2019

Renzi si sfila dopo la sconfitta in Umbria: “Accordo sbagliato, Italia Viva è rimasta fuori”

Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, si sfila dalla coalizione di governo sul voto delle elezioni regionali in Umbria, con la netta sconfitta del candidato di M5s e Pd: “Era una sconfitta scritta, figlia di un accordo sbagliato nei tempi e nei modi e non a caso Italia Viva è stata fuori dalla partita”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, rivendica la sua decisione di non schierarsi con Vincenzo Bianconi, candidato delle principali forze oggi al governo – Pd e M5s – alle elezioni regionali umbre vinte da Donatella Tesei, candidata del centrodestra. L’ex presidente del Consiglio parla con Bruno Vespa per il libro ‘Perché l’Italia diventò fascista (e perché il fascismo non può tornare)’ e spiega di ritenere la sconfitta del centrosinistra in Umbria una batosta “scritta” e “figlia di un accordo sbagliato nei tempi e nei modi. Lo avevo detto, anche privatamente, a tutti i protagonisti. E non a caso Italia Viva è stata fuori dalla partita”. Un modo con cui Renzi cerca di dissociarsi dalla sconfitta e di evitare ogni responsabilità dopo il deludente voto umbro: “In Umbria è stato un errore allearsi in fretta e furia, senza un'idea condivisa, tra Cinque Stelle e Pd. E non ho capito la ‘genialata' di fare una foto di gruppo all'ultimo minuto portando il premier in campagna elettorale per le regionali”.

Proprio sulla presenza di Conte insiste il leader di Italia Viva: “Nello staff di Chigi evidentemente c’è qualcuno che pensa che Conte possa fare i miracoli, intervenendo in campagna elettorale e cambiando i risultati: ignorano, questi signori, che i sondaggi sulla fiducia nei leader non si traducono mai in voti. La percentuale di gradimento ti dice quanto sei simpatico, non quanto sei votabile. E non sempre le due cose coincidono. Nella storia repubblicana leader con un altissimo livello di fiducia personale non sono riusciti a trasformarli in consensi elettorali. Perché è quella che si chiama ‘fiducia istituzionale’: gratifica l'ego, ma non indice alle elezioni”.

Renzi parla del voto anticipato che si sarebbe potuto prefigurare in estate, dopo la crisi di governo aperta da Matteo Salvini: “Se avessi dato ascolto a Zingaretti e Gentiloni, il risultato delle politiche sarebbe stato lo stesso che in Umbria: un trionfo dei sovranisti di destra. L’Italia sarebbe stata un'Umbria più grande, e per cinque anni Salvini avrebbe dominato ovunque. Anziché attaccarmi mi dovrebbero ringraziare”.

Sull’alleanza tra M5s e Pd Renzi insiste: “Fare uno scontro tra l'alleanza organica Pd-5 Stelle e l'alleanza sovranista è stato un errore in Umbria e se replicato ovunque in futuro apre a ‘Italia viva' un'autentica prateria. L'idea che ha qualche ex compagno del Partito Democratico di sentirsi investito della missione divina di civilizzare i barbari – considerando tali i Cinque Stelle che spesso in realtà sono molto più ‘istituzionali' e amati dal sistema di quanto lo siamo noi – è arrogante e fuori della realtà. E quando vedo che in Umbria si mettono le penali a chi esce dal Pd penso che il Pd stia copiando la Casaleggio e Associati. E me ne dolgo. Io voglio fare politica, non essere eterodiretto dalla piattaforma Rousseau: voglio essere libero e voglio fare politica, non seguire il populismo”.

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