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Quarta dose vaccino per anziani e ospiti Rsa: a breve la decisione dell’Aifa

Quarta dose di vaccino anti Covid: ecco quando potrebbe essere estesa ad anziani e agli ospiti delle Rsa.
A cura di Annalisa Cangemi
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La quarta dose di vaccino per il momento in Italia è stata somministrata solo alle persone immunocompromesse e ai trapiantati. Oggi la Commissione tecnico scientifica (Cts) dell'Agenzia italiana del farmaco si è riunita per valutare un allargamento della platea, per includere anche anziani e ospiti delle Rsa. Una decisione, secondo quanto apprende Aifa, sarà presa nei prossimi giorni. La Cts, alla luce dell'attuale situazione epidemiologica, ha deciso di audire una serie di esperti per raccogliere ulteriori dati.

Il presidente della Lombardia Fontana ha già fatto sapere che la sua Regione sarebbe già in grado di iniziare con le vaccinazioni degli over 70: "Siamo pronti, però non sono cose che dobbiamo decidere noi".

"Aspettiamo che il mondo scientifico ce lo dica – ha sottolineato il governatore Fontana -, nel momento in cui ce lo dovesse dire, nello spazio di poche ore siamo pronti a partire".

A favore di un ampliamento della platea si è espresso l'immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata, che spiega così la necessità di autorizzare una quarta inoculazione di vaccino anti Covid per queste categorie più fragili: "Si chiama immunosenescenza ed è una sfida che, sul piano immunologico, si pone da molto prima dell'emergenza Covid. Si tratta di fenomeno complesso ben noto agli immunologi nel quale, in estrema sintesi, coesistono due elementi di rischio: da una parte un progressivo indebolimento delle cellule linfocitarie via via incapaci di reagire con efficacia ad agenti nocivi provenienti dall'esterno, e dall'altro il fuocherello perennemente acceso della cosiddetta ‘inflammaging', a sua volta capace di generare una condizione latente di infiammazione cronica che danneggia l'organismo e predispone l'anziano all'insorgenza delle patologie legate alla sua età", ha spiegato all'Adnkronos Salute.

"Appare chiaro, sulla scorta di queste brevi premesse, come i richiami vaccinali ravvicinati risultino concettualmente indispensabili nei pazienti anziani che, proprio in ragione delle alterazioni funzionali correlate all'invecchiamento del loro sistema immunitario, non riescono a mantenere per tempi lunghi le risposte immuni al vaccino", ha aggiunto l'immunologo. "E, nell'attesa di trovare la formula più efficace con la quale impedire al sistema immunitario di limitare le sue funzioni con gli anni la pratica vaccinale corretta e tempestiva rimane certamente lo strumento più giusto per un'indispensabile attività di protezione, dalla malattia più che dall'infezione, che va garantita tanto di più quanto più, come accade in questi giorni, ridiventa martellante il peso di un'aggressione virale pericolosa e infida".

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