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Prosegue il dibattito sulle armi a Kiev, Mosca: “Paesi che le forniscono sono criminali di guerra”

“Tutti i capi di Stato che hanno deciso di fornire armi si sono sporcati e devono essere portati davanti alla giustizia come criminali di guerra”, lo ha detto il presidente della Duma russa, mentre in Italia prosegue il dibattito sull’invio di armi in Ucraina.
A cura di Annalisa Girardi
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Prosegue il dibattito sull'invio di armi a Kiev per sostenere la resistenza ucraina contro l'aggressione russa: il Partito democratico ribadisce il sostegno al governo di Mario Draghi, ma allo stesso tempo apre alla possibilità che il presidente del Consiglio o il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, riferiscano in Parlamento, come richiesto nei giorni scorsi dal presidente del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte. Domani Draghi sarà a Strasburgo, al Parlamento europeo, prima di incontrare Volodymyr Zelesnky a Kiev. Che, come fatto con altri leader occidentali, probabilmente chiederà al nostro Paese di aumentare il sostegno militare all'Ucraina.

Il prossimo 10 maggio poi, Draghi sarà a Washington dal presidente statunitense Joe Biden. Che si è già detto favorevole all'invio di più armi: "Biden non vive sulla sua pelle come gli ucraini, i polacchi, gli europei e gli italiani quello che sta accadendo e usa troppo spesso parole di guerra. Il Papa è l'unico uomo di Stato che parla da due mesi di pace, che propone il Vaticano e l'Italia come luogo della pace: invece altri politici a est e a ovest parlano di armi e armi. E più armi si mandano, più la pace si allontana", ha commentato invece Matto Salvini.

Intanto, a parlare di armi, è anche Mosca. "I leader degli Stati europei guidati dalla Germania possono trascinare i loro popoli in enormi problemi. Essi diventano parte del conflitto fornendo armamenti all'Ucraina. Tutti i capi di Stato che hanno deciso di fornire armi si sono sporcati e devono essere portati davanti alla giustizia come criminali di guerra", ha scritto oggi sul suo canale Telegram Vyacheslav Volodin, il presidente della Duma, cioè la camera bassa del parlamento russo. Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, invece affermando di conoscere perfettamente la rotta delle armi occidentali verso l'Ucraina, ha detto come anche queste spedizioni siano considerate obiettivi legittimi dell'esercito russo: "Qualsiasi arma, qualsiasi spedizione di armi sul territorio ucraino è un obiettivo legittimo, perché queste armi sarebbero date al regime di Kiev che ha in atto una guerra contro la propria popolazione, che conduce un'offensiva militare contro i civili nell'est del Paese", ha detto a un'emittente saudita.

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