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Presidente Repubblica, Renzi: “Possibile eleggerlo con maggioranza diversa, riporre pallottoliere”

Dopo le dichiarazioni di Mario Draghi sul suo futuro nelle istituzioni continua il totonomi per il Quririnale. Calenda propone Cartabia al Colle e Draghi premier, mentre per Matteo Renzi è presto per fare previsioni.
A cura di Annalisa Cangemi
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Nella corsa al Quirinale da ieri c'è una nuova certezza: Draghi è in campo. Lo ha fatto capire in modo velato, e del resto non avrebbe potuto essere più esplicito perché una vera e propria candidatura per il Quirinale sarebbe stata irrituale e sconveniente. Il premier ha detto che il governo può andare avanti comunque indipendentemente dalla sua permanenza o meno a Palazzo Chigi, ma ha anche ammonito i partiti, dicendo che l'attuale maggioranza non può spaccarsi. In pratica ha invocato una continuità dell'azione di governo, scenario che esclude di conseguenza il ritorno anticipato alle urne.

Draghi sostanzialmente ha fatto capire che la sua missione è compiuta, una volta raggiunti tutti i 51 punti del Pnrr richiesti dalla Ue, definendosi poi un "nonno al servizio delle istituzioni". Il ruolo di guida del governo potrebbe essere occupato da febbraio da un'altra figura, purché si garantisca la fine naturale della legislatura. Questi insomma sono i paletti fissati da Draghi, assicurati i quali potrebbe prendere in considerazione un settennato da Capo dello Stato.

Il tema sarà sicuramente oggetto di discussione oggi al vertice del centrodestra a Villa Grande, la dimora romano di Silvio Berlusconi. Salvini, che ieri ha messo in guardia tutti i leader dei partiti sui rischi di un possibile passaggio di Draghi al Colle, perché su di lui si regge l'alleanza di governo, è fresco di incontro con il presidente del Consiglio. Il segretario della Lega però ha fatto sapere che nell'incontro odierno con Draghi il Quirinale non è stato oggetto di discussione: "Non abbiamo parlato, ovviamente, né di Quirinale né di beghe politiche. Le interpretazioni sulle candidature le lasciamo a voi giornalisti, io fino a gennaio di Quirinale non parlo…", ha ribadito.

Berlusconi, che non intende rinunciare a coronare la sua carriera nel palazzo dei Papi, ha sottolineato l'importanza di mantenere l'assetto attuale fino alla fine della legislatura. Tradotto: Draghi non è l'uomo giusto per salire al colle più alto.

Al momento praticamente tutte le forze politiche hanno detto che sarebbe preferibile che l'ex presidente della Bce restasse a capo dell'esecutivo. Lo pensa anche il Nazareno, che auspica che "la legislatura vada avanti fino alla sua scadenza naturale, con una continuità nell'azione di governo".

Per Matteo Renzi non è da escludere l'ipotesi che il successore di Mattarella venga eletto da una maggioranza diversa da quella attuale, che comprende praticamente tutto l'arco parlamentare, meno il partito di Giorgia Meloni. Nelle parole di Draghi alla conferenza stampa di fine anno Renzi vede "il segno di una svolta compiuta. Un anno fa eravamo in crisi con Conte a fare le dirette Facebook di Casalino e Arcuri a disegnare primule. Con coraggio abbiamo aperto una crisi di governo difficile da spiegare allora, ma facile da capire oggi visti i risultati. Nelle parole del premier ho sentito l'orgoglio perché viviamo in un mondo totalmente diverso a quello di dodici mesi fa. Ne valeva la pena", ha commentato il leader di Italia Viva, in un'intervista a Repubblica. "Nel 2015 – ha aggiunto il senatore Renzi – scegliemmo Mattarella e non tutta la maggioranza di governo fu d'accordo: alcuni partiti erano scettici o contrari. Oggi possiamo dire che aver individuato Sergio Mattarella è stato un bene per l'Italia. Ma sette anni fa la maggioranza parlamentare fu diversa dalla maggioranza presidenziale: il Quirinale fa sempre storia a sé". 

Secondo Renzi comunque è ancora presto per fare previsioni sui nomi: "Suggerisco di abbassare i toni, riporre il pallottoliere e godersi il Natale. Questa discussione va ripresa il 10 gennaio, non prima. Io penso che Draghi sarebbe un ottimo Presidente della Repubblica come penso che sia un ottimo premier. Inserirlo nel calderone dei nomi oggi serve solo a gettare fumogeni. Fino al 24 gennaio lasciamo che Draghi si occupi di terza dose, di Pnrr, di ripresa economica. Poi tutti insieme sceglieremo l'inquilino migliore per il Colle. Parlarne oggi è come discutere dello scudetto ad agosto. Io non partecipo al fantamercato, mi concentro sulle vere priorità". 

La proposta di Calenda: Cartabia al Colle e Draghi premier

"Da oggi cambia tutto, è arrivato il momento per i partiti di dire cosa vogliono fare", ha dichiarato Carlo Calenda, leader di Azione, in un'intervista a La Stampa. "Letta, Conte e gli altri – ha aggiunto – hanno paura di metterci la faccia e tengono le carte coperte. Ma ormai non si può più temporeggiare: la patria reclama che Draghi resti premier, per questa e anche per la prossima legislatura, a parer mio".

"Se ritengono che Draghi debba restare a palazzo Chigi – è il ragionamento -, i partiti devono impegnarsi per indicare una candidatura seria alternativa. Io ho proposto la Cartabia, costituzionalista equilibrata, capace di maneggiare una materia delicata come la Giustizia. Ma c'è lo scoglio di Berlusconi: Salvini e Meloni sono due tipi pragmatici, dovrebbero spiegargli che la sua candidatura è improponibile. Dunque, invece di perdere tempo, si dovrebbe trovare un accordo su una figura come Cartabia per il Colle e poi andare da Draghi e chiedergli di restare al governo: con un patto blindato sulle riforme, che non metta a rischio la legislatura. Se succedesse, si andrebbe a elezioni nel 2023 e dopo tornerebbe al governo Draghi".

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