40 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Polemiche senza fine tra Raphael Rossi e il vice-sindaco di Napoli, Tommaso Sodano: “è incompetente” o “siamo alla farsa”?

Qual è il vero motivo dell’allontanamento di Raphael Rossi da Napoli? Lo scontro con Tommaso Sodano sull’assunzione di 23 ex-dipendenti del Bacino Na5 è la scusa “ufficiale”, ma sul web i protagonisti sono impegnati in un botta e risposta tra agenzie stampa, blog e social network. Per l’ex presidente si tratta di una “farsa” ma il vice-sindaco lo accusa di non aver lavorato bene.
A cura di Alessio Viscardi
40 CONDIVISIONI
De Magistris inaugura la nuova isola ecologica al quartiere Barra

Sembra essere senza fine la polemica sull'allontanamento di Raphael Rossi dalla presidenza della società municipale di raccolta rifiuti di Napoli, l'Asìa. Dopo le rivelazioni de La Repubblica, un nuovo serrato botta e risposta tra l'ex-presidente, il vicesindaco di Napoli Tommaso Sodano e il primo cittadino Luigi de Magistris rende ancora più evidente l'insanabile frattura tra i simboli della legalità e della lotta alle eco-mafie. Secondo l'articolo firmato da Cristina Zagaria, Sodano avrebbe per mesi fatto pressioni sul manager torinese per l'assunzione di 23 ex-dipendenti del Bacino Napoli 5 -su cui verte da anni una serie di ricorsi incrociati- fino a chiedere il suo licenziamento a favore di Raffaele Del Giudice, direttore di Legambiente Campania e vecchio compagno di lotte dell'ex di Rifondazione. Il vice-sindaco non ci sta e dal suo blog su Il Fatto Quotidiano accusa Rossi di non aver svolto bene il suo lavoro. La replica del torinese: “è una farsa”.

L'addio di Raphael Rossi e il blitz della Digos

“Per evitare ulteriori polemiche o supposizioni e per rispondere alle numerose sollecitazioni di cittadini e media su quale sarà il mio futuro ruolo a Napoli tengo a comunicare che dopo confronto con il sindaco Luigi De Magistris abbiamo convenuto che per ora non ci sono progetti coerenti con la mia professionalità e con la linea di lavoro con la cittadinanza tracciata nei sei mesi in Asìa” così scriveva alle agenzie Raphael Rossi appena la settimana scorsa, smentendo d'un colpo quanto dichiarato dal primo cittadino lo scorso 2 gennaio -nel corso della conferenza stampa a Palazzo San Giacomo con sui si ufficializzava l'allontanamento del manager torinese. Appena qualche giorno dopo, la Digos fa irruzione al Comune di Napoli per acquisire la delibera di agosto -con cui si fa per la prima volta riferimento all'assunzione dei 23- e gli atti consiliari con sui si è giunti al licenziamento di Raphael Rossi -ascoltato in Procura come “persona informata sui fatti” nell'ambito delle indagini sui sub-appalti che l'Asia ha affidato a cooperative in odore di camorra negli anni passati.

La lunga questione dei 23 ex-dipendenti

“Così Sodano ha silurato Rossi: ecco le carte acquisite dai pm” titola La Repubblica in un articolo con cui rende note le carte sequestrate dalla Digos a Palazzo San Giacomo. “Si è trattato di un vero e proprio pressing. La strategia di accerchiamento ed espulsione del vice sindaco, Tommaso Sodano, nei confronti del presidente Asìa, Raphael Rossi (mandato via il 1 gennaio 2012), è nelle carte acquisite dalla Procura”. In soli quattro mesi, si passerebbe da suggerire l'utilizzo degli ex-dipendenti del Bacino Napoli 5 come addetti per un periodo di tempo limitato all'ordine perentorio di assumere urgentemente gli stessi all'interno dell'organico di Asìa.

Nella delibera di agosto, scrive Repubblica, il Consiglio Comunale aveva disposto l'utilizzo dei lavoratori dell'ex-Bacino Napoli 5 per la gestione degli impianti di via nuova delle Brecce e di via Brin -centri aperti per fungere da scalo all'immondizia da inviare con le navi dei rifiuti in Olanda, ma mai utilizzati per questo scopo (d'altronde, soltanto a gennaio è salpato il primo e unico bastimento per Rotterdam). Ma già dopo nove giorni, i toni cambiano e in una nota inviata all'Asia si legge che bisogna “mettere in atto, con urgenza, tutto quanto previsto dal punto 3 della delibera e a tal fine si allega l'elenco dei dipendenti del Bacino Na5” -in allegato, un documento Excel con 23 nomi, tra cui la figlia di un ex-dipendente nel frattempo deceduto.

Raphael Rossi non ne vuole sapere di assumere queste persone, comincia così il braccio di ferro con il vice-sindaco. Nel frattempo, si passa dalla “utilizzazione” dei 23 dipendenti, alla “operazione di assorbimento” all'interno dell'organico di Asìa -visto anche il fatto che i capannoni suddetti non sono stati attivati per le finalità previste inizialmente. Novembre è il mese in cui si consuma il dramma, il costante rifiuto di assumere i 23 porta all'allontanamento di Rossi come primo atto del 2012.

La replica di Sodano

Il vicesindaco di Napoli non ci sta e bolla come false le accuse mosse da Repubblica. Prima sul suo profilo Facebook e successivamente con un post del suo blog su Il Fatto Quotidiano precisa che “leggendo tutto questo, mi nasce un senso di dolore profondo e di indignazione, non tanto per me stesso quanto per la storia di cui sono figlio e che, insieme a tanti altri, ho contribuito allo stesso tempo a costruire, con il mio personale impegno”. Segue una dettagliata descrizione delle battaglie combattute a favore dell'ambiente in Campania, per poi affermare che “l'avvicendamento di Rossi alla presidenza dell'Asia non ha niente a che vedere con la vicenda dell'impiego dei lavoratori dell'ex bacino Napoli 5. Vicenda rispetto alla quale lo stesso Rossi non ha mai manifestato alcun dissenso nell'ambito dell'istruttoria in corso da parte del Cda di Asia”.

Secondo il vice-sindaco, non ci sarebbero state pressioni dall'amministrazione comunale per l'assunzione dei 23, ma soltanto un “atto di indirizzo” -rispettoso dell'autonomia gestionale di Asìa- con cui si ipotizzava di adoperarli nelle operazioni di trasporto rifiuti sulle navi per l'Olanda. D'altronde, né il Comune né Asìa hanno ancora deciso nulla riguardo il destino di questi lavoratori. Il vero motivo dell'allontanamento del manager torinese – precisa Sodano – è da rinvenirsi nel fatto che lui avrebbe sostanzialmente lavorato male: “la sostituzione di Rossi è stata determinata dall'impossibilità per Rossi di realizzare compiutamente ed efficacemente gli obiettivi dell'amministrazione in materia di rifiuti”. Inoltre, l'ex-presidente avrebbe anche creato gravi tensioni interne all'azienda con la sua intervista a Report – nella quale delineava una Asìa allo sfascio e una città sull'orlo del collasso: “Affermazioni e comportamenti assolutamente incompatibili con le delicate funzioni a lui assegnate perché denigratorie verso l'azienda e i dipendenti”.

La replica di Rossi e la fiducia di de Magistris

“ Questa vicenda sta diventando una farsa ”
Raphael Rossi
A stretto giro, anche Raphael Rossi replica alle accuse su Facebook: “Questa vicenda sta diventando una farsa. il Vicesindaco ne aggiunge mano a mano un pezzo nuovo, ogni volta cambia versione trovando una giustificazione differente. Sono sereno perché con il sindaco abbiamo convenuto sui buoni risultati raggiunti. Vorrei esortare il Vicesindaco a smetterla con le polemiche che danneggiano la Città”. I buoni risultati sarebbero l'estensione della raccolta differenziata a circa 250 mila abitanti, il 23% della popolazione napoletana, con livelli di riciclabilità del 75% dove è attivo il Porta a Porta. Non è l “raccolta differenziata al 70% in sei mesi” promessa dal sindaco in campagna elettorale, né si tratta dei “350 mila cittadini serviti dal PaP entro settembre 2011” che prometteva lo stesso Rossi durante la scorsa estate.

Ma dall'ufficio stampa del primo cittadino arrivano due comunicati in netta contraddizione con il manager torinese: “La vicenda degli ex dipendenti del Bacino Napoli 5 non ha nulla a che vedere con l'avvicendamento di Raphael Rossi alla presidenza dell'Asia”. Il sindaco ribadisce anche la fiducia al proprio vice e assessore all'Ambiente: “Il sindaco e la Giunta del comune di Napoli esprimono piena fiducia e sostegno nell'operato del vicesindaco Tommaso Sodano. La sua storia politica è una garanzia per questa città e per questa amministrazione”.

Nuove 350 assunzioni all'orizzonte

L'ennesima polemica nasce proprio il giorno prima di una nuova rivelazione resa nota da La Repubblica con un articolo sempre a firma di Cristina Zagaria, secondo cui l'Asìa assumerà i 350 lavoratori dipendenti delle ditte in sub-appalto Lavajet e Lanterna Docks (responsabili delle emergenze estive per i ripetuti scioperi selvaggi). Sarebbe proprio il vice-sindaco Sodano l'artefice dell'atto firmato giovedì scorso, durante un blitz alla sede della società municipale alla presenza del nuovo presidente Raffaele Del Giudice, con il quale si internalizza il servizio di spazzamento meccanico dopo che il contratto con le ditte subappaltatrici è scaduto lo scorso 31 dicembre (proprio in concomitanza con il “siluramento di Raphael Rossi”). Il servizio è costato fino ad oggi 40 milioni annui di euro al Comune, la scelta di internalizzare dovrebbe essere giustificata dalla volontà di risparmiare, ma c'è da sottolineare che ogni dipendente costerà 1600 euro lordi al mese, a cui andranno aggiunti i costi di acquisto e manutenzione dei mezzi, le assicurazioni e il carburante, sedi e autoparchi – senza escludere corsi di formazione per il personale.

Sulla prima direttiva post-Raphael Rossi pesa anche il dubbio che sia illegittima: l'Asìa è una società municipale, qualsiasi assunzione deve essere fatta a seguito di un bando pubblico. I 350 dipendenti saranno assorbiti in modo automatico in violazione di tale principio, inoltre su Lavajet e Lanterna Docks pesano anche le indagini della procura di Napoli sulle infiltrazioni della camorra nell'assegnazione dei sub-appalti per la raccolta rifiuti a Napoli: le due ditte avevano assorbito con trattativa tra privati gli ex lavoratori della ditta Enerambiente, esclusa dall'appalto perché raggiunta da interdittiva antimafia, al cui interno si trovavano gli ex-dipendenti della Davideco srl (il cui AD Giovanni Faggiano è in carcere per le devastazioni agli automezzi per la raccolta rifiuti avvenute a ottobre 2010).

Potrebbe essere questo il vero motivo dello scontro tra Raphael Rossi, il simbolo della legalità che a Torino rifiutò una tangente milionaria e diede via a un processo penale, e l'amministrazione napoletana che -dopo aver fatto della trasparenza il proprio vessillo- oggi firma un patto con chi è stato coinvolto in procedimenti penali e inchieste sulla camorra.

40 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views