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Raphael Rossi lascia Napoli, nessun ruolo nazionale nella Rivoluzione Arancione di Luigi de Magistris

Il paladino dell’emergenza rifiuti lascia Napoli dopo la clamorosa rottura con l’amministrazione comunale retta dall’ex-pm Luigi de Magistris. L’ex-presidente avrebbe dovuto ricoprire un “ruolo nazionale” nella “rivoluzione” napoletana, ma oggi afferma che “dopo confronto con il sindaco abbiamo convenuto che per ora non ci sono progetti coerenti con la mia professionalità”
A cura di Alessio Viscardi
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Raphael Rossi lascia Napoli, nessun ruolo nazionale nella Rivoluzione Arancione di Luigi de Magistris

È l'epilogo dell'annosa rottura tra il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, e il super-manager di Torino, l'incorruttibile Raphael Rossi. Appena due settimane fa, il posto di presidente della società municipale di raccolta rifiuti -l'Asia- era stato affidato ad un altro paladino della lotta alle ecomafie, Raffaele Del Giudice. Dopo uno stuolo di polemiche e accuse reciproche -talvolta velate, più spesso dirette- tra il primo cittadino, il vice-sindaco Tommaso Sodano e l'ex-presidente, la guerra combattuta a suon di comunicati stampa e post sui blog de Il Fatto Quotidiano si chiude con un'ultima dichiarazione:

“Per evitare ulteriori polemiche o supposizioni e per rispondere alle numerose sollecitazioni di cittadini e media su quale sarà il mio futuro ruolo a Napoli tengo a comunicare che dopo confronto con il sindaco Luigi de Magistris abbiamo convenuto che per ora non ci sono progetti coerenti con la mia professionalità e con la linea di lavoro con la cittadinanza tracciata nei sei mesi in Asia”.

La parola fine arriva come un fulmine a ciel sereno, proprio come l'esonero di Rossi dalla guida della municipalizzata. Era giunto in città come un salvatore della patria, in piena emergenza rifiuti con migliaia di tonnellate di spazzatura che ammorbavano la torrida estate post-elettorale. Si era gridato al boicottaggio, con scioperi continui dei netturbini, saturi gli STIR (Stabilimenti di tritovagliatura in cui il “tal quale” viene lavorato per diventare materiale da smaltire con “termovalorrizatori” e discariche), invasi pieni fino all'inverosimile (Chiaiano e Terzigno) e con indagini sull'infiltrazione della camorra dei Casalesi durante la loro costruzione. Raphael Rossi era riuscito a rimettere in sesto una nave alla deriva come l'Asia e azzerare le giacenze in città già in agosto. Con la partenza della prima nave dei rifiuti per l'Olanda, il Comune di Napoli è finalmente dotato di un sistema per evitare nuove emergenze in attesa che i livelli di raccolta differenziata crescano in tutta città. Risultati sorprendenti, stando ai dati forniti dalla stessa società di igiene urbana: il Porta a Porta raggiunge -dopo soli sei mesi- il 23% della popolazione napoletana, con ottimi livelli di materiale riciclato (circa il 75%).

“Io intanto continuo a lavorare come professionista esperto nella gestione dei rifiuti. A due settimane dalla revoca mi sento libero di prendere in considerazione altre proposte in altre città italiane, che fortunatamente non sono mancate. Mi auguro comunque che potranno esserci in futuro altre occasioni di collaborare con de Magistris. Come ho già avuto modo di dichiarare non ero alla ricerca di un posto, ma ho dato disponibilità per contribuire con le mie competenze e il mio entusiasmo al bene della città. Rimarrò un sostenitore di Napoli da lontano. Ringrazio i cittadini napoletani per la vicinanza, l'affetto e il sostegno di questi sei mesi”.

Queste le parole che Raphael Rossi a lasciato alle agenzie stampa, in netto contrasto con quanto affermato dal sindaco de Magistris in occasione della conferenza stampa di inizio anno in cui veniva ufficializzata la “sfiducia” al manager di Torino. In quella occasione, si era parlato di un “ruolo nazionale” nella “rivoluzione arancione” in vista del “valore nazionale” della città di Napoli, nonché della presenza di Rossi all'interno dell'Osservatorio Rifiuti Zero. Pochi giorni dopo, l'ex-presidente dichiarò alla stampa che gli era stata offerta anche la presidenza delle Terme di Agnano, ma di aver rifiutato in quanto: “io non cerco un posto in città” ma un ruolo coerente con le proprie competenze. Ruolo che, evidentemente, non è stato trovato: “Sono molto soddisfatto per il lavoro svolto, convinto che, insieme ai colleghi con cui ho collaborato e alla cittadinanza, abbiamo permesso di far fare alla città importanti e sostanziali passi in avanti”, aggiunge Rossi.

I reali motivi della rottura tra Raphael Rossi -simbolo di legalità per aver rifiutato una mazzetta milionaria quando era vicepresidente dell'Amiat di Torino- e Luigi de Magistris -ex pm e simbolo del riscatto napoletano dopo un quindicennio di malapolitica- non sono mai stati resi noti con trasparenza. Lo stesso manager torinese aveva scritto che il suo “no” all'assunzione in Asia di 21 dipendenti del Consorzio di bacino Napoli 5 ultracinquatenni lo aveva messo in rotta di collisione con il vice-sindaco e assessore all'Ambiente, Sodano. Dal Consiglio Comunale, però, esponenti di Napoli è tua hanno accusato Rossi di non essere adeguato a una città come Napoli, di aver badato troppo al “marketing” e di aver conseguito risultati molto scarsi in sei mesi: le navi che dovevano partire a settembre hanno preso il largo soltanto a gennaio, mentre la differenziata che a settembre avrebbe dovuto coinvolgere oltre 300 mila persone a gennaio è ferma a poco meno di 250 mila. La Digos, intanto, indaga sulle assunzioni denunciate da Rossi: gli uffici del Comune sono stati perquisiti dalle Forze dell'Ordine, proprio come quando a Palazzo San Giacomo c'era Rosetta Iervolino e si potevano annoverare diversi blitz al mese, talvolta con qualche arresto. Le buone abitudini sono difficile a perdersi?

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