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Polemica sulla frase sessista di un sindaco sardo: “Calo delle nascite? Donne, tutte nel mio ufficio”

Pierpaolo Sau, sindaco di Tonara in provincia di Nuoro, ha scritto su Facebook che “per combattere il calo nascite” nella Regione tutte le “donne libere” erano obbligate a recarsi nel suo ufficio. Poi le scuse: “Pensavo fosse un messaggio diretto, ma è indegno comunque”.
A cura di Luca Pons
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È nata una forte polemica attorno a un post sui social di Pierpaolo Sau, sindaco di Tonara, paese in provincia di Nuoro con poco più di 1.500 abitanti. Le frase sessista del primo cittadino è apparsa in un commento al post di un ex sindaco della stessa provincia, poi è stata cancellata nel giro di alcune ore. Nel frattempo, però, era già arrivata all'attenzione di molti, tra cui anche alcuni parlamentari.

La frase in questione era: "Tutte le donne libere hanno l'obbligo di recarsi nell'ufficio del sindaco, a tre ore di distanza l'una dall'altra. Provvedimento da me emanato a Tonara nel 2010 per combattere il calo nascite". Il commento è stato pubblicato sotto un post, condiviso dall'ex sindaco del Comune di Desulo, che riguardava il calo demografico in Sardegna. Ieri, mercoledì 22 marzo, l'Istat ha infatti diffuso alcuni nuovi dati sulla natalità, ed è emerso che la Sardegna è la Regione con il tasso di nascite più basso in Italia: 4,9 per mille.

L'invito del sindaco di Tonara, evidentemente, non ha bisogno di spiegazioni. Ha generato immediatamente numerose proteste, prima di essere rimosso. Tra le critiche è arrivata anche quella di Francesca Ghirra, deputata sarda di Alleanza Verdi-Sinistra: "Una battuta squallida e sessista", ha scritto la parlamentare. "Un atteggiamento indegno e inaccettabile da parte di chiunque, ma ancor più da chi riveste cariche istituzionali". Per questo, Ghirri ha chiesto le dimissioni del sindaco: "Si vergogni e lasci il governo del Comune a qualcuna o qualcuno che abbia maggior rispetto per le donne e per tutta la comunità di Tonara".

Le scuse del sindaco sui social

Lo stesso sindaco Sau si è poi scusato sui social, utilizzando l'account ufficiale del Comune: "Scusatemi, quello che ho scritto non è degno ne di un Sindaco ne di una persona comune", ha scritto. "Non utilizzo bene i social e credevo fosse un messaggio diretto unicamente a chi ha scritto il post, da non scrivere ugualmente. Riguardava un episodio e battute di dodici anni fa con presenze femminili nel gruppo, logicamente erano solamente esagerazioni che si formulano in contesti scherzosi dove si gioca al rialzo", ha continuato.

Il primo cittadino ha poi sottolineato: "Non ho mai mancato di rispetto così e ho sempre pensato che la presenza femminile sia risolutiva in tutte le problematiche, infatti nelle giunte da me nominate ho sempre e da sempre richiesto la presenza. Ho quasi sempre votato una donna in tutti i livelli di elezioni. Sono padre di due ragazze che adoro e mi adorano. I miei interventi, soprattutto sul calo nascite nei nostri territori sono sempre stati energici e determinati".

Il post si è concluso chiedendo "scusa a chiunque si sia sentito/offesa/o. Purtroppo, come tanti in questa zona difficile, sono abituato a scherzare troppo e vi assicuro che solitamente scherzo sulle mie disgrazie". Il Comune ha disattivato i commenti sotto il post in questione.

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