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Piantedosi a Fanpage: “Se mi pento di aver definito i migranti ‘carico residuale’? Non accetto lezioni”

Il ministro dell’Interno Piantedosi, dopo il pressing di Ue e Onu, tira dritto sullo ‘sbarco selettivo’ dei migranti delle ong: “Ci sono dei ricorsi in atto, poi si deciderà nelle sedi competenti”.
A cura di Annalisa Cangemi
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La "selezione" dei migranti, in base a cui ad alcune persone considerate vulnerabili, come i minori, è stato accordato il permesso di scendere dalle navi delle ong ferme al porto di Catania, mentre per gli altri, chiamati dal titolare del Viminale "carico residuale", non è stato dato alcun via libera allo sbarco, è considerata una violazione delle leggi dalla Commissione europea e dall'Onu.

"Salvare le vite in mare è un dovere legale e morale e, in base alle norme internazionali, bisogna tenere le persone sulle navi il minor tempo possibile", ha detto ieri la Commissione europea. Mentre fonti Ue ritengono "molto difficile che sia possibile per i migranti presentare richieste di asilo direttamente sulle navi delle Ong", come vorrebbe il ministro Matteo Piantedosi. E anche le agenzie delle Nazioni Unite Unhcr e Oim hanno una posizione decisa: "Le persone bloccate devono essere sbarcate rapidamente, senza ulteriori ritardi". Ma il ministro dell'Interno sembra voler tenere il punto: "Ci sono dei ricorsi in atto, poi si deciderà nelle sedi competenti", ha detto a Fanpage.it, riferendosi ai ricorsi presentati davanti al TAR contro il decreto che limita l'accesso ai porti alle persone soccorse dalle organizzazioni umanitarie.

"I migranti non sono in mare ma sono al sicuro", ha detto poi Piantedosi, parlando appunto dei migranti bloccati a bordo delle due navi nel porto di Catania. "Se stiamo rispettando le regole? Assolutamente sì", ha aggiunto.

Piantedosi non si pente nemmeno di aver definito i migranti a bordo delle navi Geo Barents e Humanity 1 "carico residuale": "Non prendiamo lezioni da nessuno dal punto di vista del rispetto dei diritti umani. Se vi fermate all'esegesi dell'espressione burocratica fate pure, ma non accettiamo lezioni da nessuno", ha affermato.

Per gli 89 naufraghi della nave Rise Above della Ong tedesca Missione lifeline non c'è stato, a differenza delle navi Geo Barents e Humanity 1, alcuno sbarco selettivo: in questo caso ieri pomeriggio il Viminale ha concesso il porto di Reggio Calabria, perché il salvataggio è stato considerato un evento Sar. A bordo della Geo Barents invece ci sarebbero diversi casi di scabbia, per questo a breve alcuni dei migranti potrebbero lasciare l'imbarcazione dopo le ispezioni mediche.

Un team di psicologi e sanitari, composta Usmaf e medici dell'Asp, è salito sulla nave norvegese stamattina, riscontrando un livello di "high risk" psicologico, dovuto alla lunga permanenza a bordo. L'alto rischio è stato rilevato da un test somministrato attraverso un questionario elaborato dai medici della salute mentale. La commissione valuta in queste ore l'eventualità di uno sbarco di tutti i migranti adesso a bordo della nave. Finito il lavoro su Geo Barents, il team si trasferirà su Humanity 1.

Niente da fare invece per la Ocean Viking di Sos Mediterranée, costretta a fare rotta verso Marsiglia (anche se non c'è ancora una conferma ufficiale sulla disponibilità della città al Sud della Francia). "Di fronte al silenzio dell'Italia e a causa dell'eccezionalità della situazione, la Ocean Viking è costretta a richiedere un Porto sicuro alla Francia", ha detto l'organizzazione umanitaria, prevedendo che la nave con a bordo 234 migranti arriverà "nelle acque internazionali adiacenti alla Corsica il 10 novembre".

"Questa soluzione estrema è il risultato di un fallimento gravissimo e drammatico di tutti gli Stati membri dell'Unione Europea che non sono stati in grado di indicare un Porto sicuro alla nostra nave". La situazione a bordo, dopo 20 giorni di attesa in mare, è stata definita dall'equipaggio "al limite". Nei giorni scorsi la nave della Sos Mediterranée aveva chiesto un porto sicuro anche a Spagna e Grecia.

"‘Ocean Viking, la Francia aprirà porto'. Bene così! L'aria è cambiata", ha commentato il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei traporti, Matteo Salvini.

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