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Perché nel 2025 arriveranno lettere del Fisco a milioni di cittadini e chi le riceverà

Almeno tre milioni di cittadini riceveranno una lettera dal Fisco il prossimo anno. La convenzione tra Agenzia delle Entrate e ministero dell’Economia prevede di puntare sulla ‘compliance’, cioè sugli avvisi a chi ha commesso un’infrazione ma è ancora in tempo per mettersi in regola.
A cura di Luca Pons
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L'anno prossimo l'Agenzia delle Entrate invierà almeno tre milioni di lettere ai cittadini. Lo prevede la convenzione con il ministero dell'Economia, valida fino al 2026, che punta molto sulla cosiddetta ‘compliance‘: ovvero, sull'intercettare quei contribuenti che non sono in linea con il Fisco, ma possono ancora recuperare senza che parta una sanzione.

L'obiettivo dichiarato nella convenzione è di almeno 3.011.300 "comunicazioni" che sono "volte a favorire il versamento spontaneo", ma anche "l'emersione degli imponibili ai fini IVA e dell’effettiva capacità contributiva di ciascun soggetto". Le "lettere di compliance", appunto, che sono diverse dalle iniziative come il concordato preventivo e altre sanatorie per recuperare vecchi debiti mai saldati ed evitare sanzioni e interessi.

La prassi delle lettere di compliance esiste da tempo, ma negli ultimi anni è diventata molto più intensa e ampia: nel 2023 è stata superata la soglia dei tre milioni di lettere. Gli incassi derivati da queste iniziative, quell'anno, sono stati di oltre quattro miliardi di euro. Entrate che, senza le comunicazioni dell'Agenzia, forse non sarebbero mai arrivate, o magari avrebbero richiesto un intervento più deciso (e più costoso) di riscossione.

Le lettere del Fisco arriveranno innanzitutto a chi non dichiara tutte le entrate ottenute. Ci sono infatti dei termini di tempo entro cui è possibile rimettersi in regola, evitando che l'Agenzia debba attivare le procedure di riscossione per le somme mancanti. L'idea, con queste comunicazioni, è di segnalare l'errore a chi l'ha commesso in buona fede e fare in modo che il Fisco possa concentrarsi sull'evasione più grave e intenzionale.

Lettere in arrivo anche per quelle partite Iva che hanno fatto delle fatture elettroniche, ma non hanno presentato le comunicazioni delle liquidazioni periodiche Iva. Ci sarà un controllo automatico ogni tre mesi per verificare se la partita Iva ha effettuato delle operazioni: se ci sono, ma non risultano le relative comunicazioni, allora partirà una lettera. Come detto, questo avrà l'obiettivo di avvisare i contribuenti che rischiano di infrangere le leggi, e permettergli di correggere gli errori prima che scattino le sanzioni.

Sempre per quanto riguarda le partite Iva, verrà avvisato con una lettera chi ha presentato dei dati Isa in cui ci sono delle irregolarità. I dati in questione vengono usati per calcolare gli Indici sintetici di affidabilità, che sono importanti per stabilire quanto una partita Iva è ‘affidabile' per il Fisco. Ancora, se risultano delle anomalie confrontando i pagamenti ricevuti da un titolare di partita Iva e le somme dichiarate arriverà una comunicazione.

Un'ultima categoria di lettere dell'Agenzia delle Entrate riguarderà quei dipendenti – o comunque le persone che hanno un reddito assimilato a quello da dipendenti, o ancora coloro che incassano affitti di immobili – che non hanno presentato la dichiarazione dei redditi in tempo. Entro 90 giorni dalla scadenza dei termini, si potrà sistemare la situazione pagando solo una minima sanzione.

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