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Manovra economica 2023

Perché è più facile insultare un laureato che trovargli il lavoro per cui ha studiato

La destra smonta il reddito di cittadinanza e umilia quotidianamente i percettori. Nel mirino ora ci sono i laureati, che devono “accettare di fare i camerieri” senza battere ciglio. Ma non esistono mansioni con più o meno dignità. È lo Stato a dover valorizzare le competenze, ma essendone incapace spara su chi è in difficoltà.
A cura di Tommaso Coluzzi
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"Non fate gli schizzinosi", "dovete accettare lavori umili". E la parola choosy che riecheggia come un monito. Per scaricare il problema su chi il problema già lo subisce e soluzioni in mano non ne ha. Per fargliene una colpa e acuire la sua frustrazione. Il governo Meloni ha cominciato la sua guerra – più che annunciata – al reddito di cittadinanza. Oltre a distruggere pezzo per pezzo l'aiuto – l'ultimo step è stata l'eliminazione dell'offerta di lavoro congrua – gli esponenti dell'esecutivo si sfogano quotidianamente contro i percettori.

L'ultimo, in ordine, è stato il sottosegretario Durigon: "L'offerta congrua che abbiamo in mente prevede che qualsiasi persona, anche laureata, se gli offrono un posto anche di cameriere casomai vicino casa è giusto che la accetti, perché se uno prende dei soldi pubblici non credo che possa essere schizzinoso". Ieri ci aveva pensato il ministro Lollobrigida: "Per generazioni i nostri nonni e i nostri padri ci hanno insegnato che si può andare a lavorare, anche accettando lavori umili".

Il punto, però, non è né essere schizzinosi né poco umili. Questa narrazione portata avanti dal centrodestra è doppiamente discriminatoria: in primis per i lavoratori che svolgono mansioni "umili", che di umile non hanno nulla. Anzi. Il punto è molto più semplice, ma inaccettabile da ammettere per chi governa: si tratta di qualifiche differenti, e in una società che funziona lo Stato crea le condizioni affinché ognuno possa essere utile a seconda delle proprie competenze.

Questo avviene con un processo lungo e complesso, che è compito di chi governa mettere in piedi. Certo è più facile umiliare chi non ce la fa e accusarlo, in Italia d'altronde funziona così. Ma in un Paese normale sarebbe molto semplice capire che formare capitale umano, a spese del singolo e della collettività, per poi impiegarlo in un lavoro nel quale non ha competenza è uno spreco. E questo non ha nulla a che fare con l'umiltà.

L'Italia è un Paese che forma giovani che insulta puntualmente, sia se se ne vanno all'estero per trovare un'occupazione congrua, sia se restano e rifiutano di svolgere una mansione diversa. Perché alla fine schizzinoso è la versione italianizzata – come tanto piace alla destra italiana – di quel choosy pronunciato anni fa. Nel frattempo però non è stato fatto nulla per valorizzarle quelle competenze. E non ci si rende conto che un Paese che forma laureati e poi li insulta perché non vogliono fare i camerieri è un Paese destinato a morire.

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Giornalista, mi occupo di politica su Fanpage.it. Appassionato di temi noiosi, come le storie e i diritti degli ultimi: dai migranti ai giovani lavoratori sfruttati. Ho scritto "Il sound della frontiera", un libro sull'immaginario americano e la musica folk.
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