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Manovra economica 2023

Il governo toglierà il reddito di cittadinanza a chi rifiuta qualunque offerta, anche non “congrua”

Con una serie di emendamenti alla manovra il governo Meloni ha modificato ulteriormente il reddito di cittadinanza. Viene eliminata la parola “congrua” in riferimento alle offerte di lavoro. Così gli occupabili rischiano di perdere l’aiuto ben prima di luglio.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il reddito di cittadinanza ha subito un'ulteriore stretta nella notte. Nella fase di discussione in commissione Bilancio alla Camera, con il testo che ha ricevuto il via libera solo questa mattina, sono passati una serie di emendamenti tra cui alcuni relativi alla misura di sostegno al reddito. Le novità sono diverse, a partire da quella annunciata qualche giorno fa dal ministro Giorgetti e decisa dal governo Meloni: un nuovo taglio di un mese all'assegno per gli occupabili, che nel 2023 potranno ricevere l'aiuto solamente fino a luglio, o comunque per un massimo di sette mensilità. Questa misura si intreccia con gli emendamenti approvati nella lunga notte di Montecitorio.

Il più importante è senz'altro quello riformulato a firma del leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi: non dovrà più essere "congrua" la prima offerta che, nel caso in cui sia rifiutata, fa perdere il diritto al reddito di cittadinanza. L'emendamento votato in commissione Bilancio, in sostanza, sopprime al parola dal testo. Questo comporta una differenza enorme a partire dal 2023, per cui i percettori di reddito che possono lavorare potrebbero perdere l'aiuto ben prima dei sette mesi previsti dalla riforma del governo.

Nell'ultima versione del reddito di cittadinanza – che di modifiche ne ha già subite diverse in passato, soprattutto per quanto riguarda l'aspetto legato alle politiche attive del lavoro – rimaneva stabilito che fosse congrua l'offerta che considera le esperienze e competenze maturate e anche la distanza del luogo di lavoro dal domicilio e tempi di trasferimento: entro 80 chilometri e raggiungibile in 100 minuti con mezzi di trasporto pubblici. Saltando questo passaggio, potenzialmente, un percettore di reddito può ricevere un'offerta dall'altra parte dell'Italia, per una mansione completamente diversa dal proprio percorso professionale. O la accetta, o perde il sostegno immediatamente.

Altre novità riguardano la scuola e il diploma: dal primo gennaio 2023 per i beneficiari del reddito di cittadinanza di età compresa tra 18 e 29 anni che non hanno terminato la scuola dell'obbligo l'erogazione del beneficio è legata all'iscrizione e alla frequenza di percorsi di formazione. O che comunque siano funzionali all'adempimento dell'obbligo scolastico. Insomma, è passata la linea Valditara: togliere il reddito a chi non ha terminato la scuola dell'obbligo.

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