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Per il Copasir il terzo decreto con cui inviamo armi a Kiev è in linea con indicazioni delle Camere

Nell’audizione di oggi del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, al Copasir “si sono condivisi i contenuti del terzo Decreto interministeriale che autorizza la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative dell’Ucraina, riscontrando l’aderenza del decreto medesimo alle indicazioni e agli indirizzi dettati dal Parlamento”.
A cura di Annalisa Girardi
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L'ultimo decreto, il terzo, con il quale l'Italia invierà nuove armi in Ucraina è in linea con "le indicazioni e gli indirizzi dettati dal Parlamento". Lo fa sapere il presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), il senatore Adolfo Urso, dopo l'audizione del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. "Il Copasir nella seduta odierna ha svolto l'audizione del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. Nel corso dell'audizione il ministro ha aggiornato il Comitato in merito al conflitto in corso tra Russia e Ucraina. Si sono inoltre condivisi i contenuti del terzo Decreto interministeriale che autorizza la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative dell'Ucraina, riscontrando l'aderenza del decreto medesimo alle indicazioni e agli indirizzi dettati dal Parlamento", si legge in una nota.

Secondo quanto riportano le agenzie di stampa, come accaduto per i due interventi precedenti, il governo ha deciso di secretare anche il terzo decreto che dispone l'invio di armi a Kiev, per sostenere la resistenza ucraina che continua a combattere l'aggressione russa. Il ministro Guerini, da parte sua, ha spiegato il perché della segretezza. In primis si tratta di una questione comunicativa: non si vuole cioè porre l'accento sull'invio di armi per non provocare la controparte russa ed evitare in questo modo un'escalation nel conflitto. Ma c'è ovviamente anche un tema strategico: è infatti importante anche non rendere note alcune vulnerabilità nelle forze ucraine, rendendo ad esempio espliciti gli armamenti che mancano, in modo che le truppe russe non possano approfittarne. E infine, ha fatto sapere il ministro in un'audizione alcuni giorni fa in commissione alle Camere, i Paesi produttori di armi avrebbero chiesto di mantenere riservatezza.

La questione delle armi è da settimane terreno di scontro politico tra i partiti della maggioranza. C'è infatti chi esige più trasparenza, visto quanto sia delicato il tema. E viste anche le polemiche sulle armi offensive o difensive da inviare in Ucraina. Urso però, in un'intervista con Sky Tg24, aveva ribadito che fosse importante non rivelare la lista di armi mandate a Kiev per "non informare colui che sta aggredendo il popolo ucraino".

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