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Papa Francesco: “Venti governi in vent’anni, la politica italiana non la capisco”

In un’intervista rilasciata a Repubblica, il Pontefice si lascia andare a una considerazione sull’instabilità politica italiana, a pochi giorni dal voto.
A cura di Andrea Parrella
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Papa Francesco dice la sua sulla campagna elettorale. Con un'Italia indirizzata verso il voto del 25 settembre, il pontefice, di ritorno dal viaggio in Kazakhstan, non dà indicazioni politiche precise, ma si sofferma su un dato, quello dell'instabilità politica italiana. In un'intervista rilasciata a Repubblica, Papa Bergoglio ha parlato dei due presidenti della Repubblica da lui conosciuti: "Due presidenti italiani di altissimo livello, Napolitano e l’attuale: grandi. Poi gli altri politici non li conosco e l’ultimo viaggio ho domandato a uno dei miei segretari quanti governi ha avuto l’Italia in questo secolo: venti… non so spiegarlo".

Papa Francesco si sofferma quindi sul ruolo che un politico dovrebbe avere oggi: "È una strada difficile: un grande politico è quello che si gioca per i valori della patria, i grandi valori, non si gioca per la poltrona. I paesi, tra di loro l’Italia, devono cercare i grandi politici, che abbiano capacità di fare politica, che è un’arte, è un’occasione nobile la politica. Paolo VI diceva che la politica è una delle forme più alte della carità. Dobbiamo aiutare i nostri politici a mantenere il livello dell’alta politica, non la politica di basso livello che non aiuta niente, e anzi tira giù lo Stato, impoverisce".

Ecco che quindi il Pontefice si sofferma su quelli che dovrebbero essere i temi preoccupanti per la politica di oggi, le necessità impellenti e più urgenti: "Oggi la politica in questi paesi d’Europa dovrebbe prendere in mano il problema dell’inverno demografico, il problema dello sviluppo industriale, dello sviluppo naturale, il problema dei migranti. La politica italiana non la capisco: quel dato dei 20 governi in 20 anni è un po’ strano ma… ognuno ha il suo modo di ballare il tango, si può ballare in un modo o in un altro, la politica si balla in uno o nell’altro”.

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