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Open Arms, la Giunta per le immunità del Senato salva Salvini: no al processo a leader Lega

La Giunta per le immunità del Senato ha votato contro la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del leader della Lega, Matteo Salvini. Secondo la Giunta, dunque, non si deve celebrare il processo nei confronti dell’ex ministro dell’Interno per il caso Open Arms. Italia Viva non ha partecipato al voto, mentre l’ex M5s Giarrusso ha votato contro. Entro 30 giorni il voto decisivo nell’Aula del Senato.
A cura di Stefano Rizzuti
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La Giunta per le autorizzazioni e le immunità del Senato salva il leader della Lega Matteo Salvini. Votando contro la richiesta di autorizzazione ai procedere nei suoi confronti, per quanto fatto quando era ministro dell’Interno, sul caso della Ong Open Arms. I voti contro il processo a Salvini sono stati 13: gli 11 del centrodestra a cui si aggiungono quelli di Mario Giarrusso (ex Movimento 5 Stelle) e Alessandra Riccardi (in dissenso rispetto al suo gruppo del M5s). Solamente sette i voti a favore. Alla votazione, infatti, non ha partecipato Italia Viva: “Ci rimettiamo all’Aula. Non c’è stata un’istruttoria seria e non sembrerebbe emergere l’esclusiva riferibilità all’ex ministro dell’Interno dei fatti contestati”, spiega Francesco Bonifazi. Si è votata la relazione Gasparri, redatta dal presidente della Giunta, che chiedeva di non dare il via libera al tribunale dei ministri di Palermo per far partire il processo. Secondo Gasparri, senatore di Forza Italia, il comportamento di Salvini “era coperto da immunità, perché ha agito nella sua qualità di ministro dell’Interno”. La decisione finale, comunque, spetterà all’Aula del Senato, che dovrà ratificare il voto di oggi entro 30 giorni.

Open Arms, l’accusa nei confronti di Salvini

Salvini è accusato di sequestro di persona aggravato e di rifiuto di atti d’ufficio. L’allora ministro dell’Interno non aveva indicato un porto sicuro e non aveva permesso lo sbarco alla nave dell’Ong con a bordo gli oltre cento migranti salvati nei giorni precedenti nelle acque del Mediterraneo. Il leader della Lega, comunque, ribadisce di essere convinto di quanto fatto e non ritratta in alcun modo: “Ho difeso la legge, la sovranità, la sicurezza, l’onore e la dignità italiane, con l’accordo dell’intero governo. Sono tranquillo e rifarei tutto, non per interesse personale ma per tutelare il mio Paese”.

I precedenti di Salvini: terzo voto su richiesta processo

Per Salvini non si tratta del primo voto da parte della Giunta (e poi dell’Aula del Senato) per una richiesta di autorizzazione a procedere nei suoi confronti. L’ex ministro dell’Interno è stato chiamato a rispondere anche di altri due casi, in parte simili a questo, e sempre riguardanti il negato sbarco dei migranti in Italia. Sul caso Diciotti la richiesta era stata respinta: in quel momento la Lega aveva la maggioranza ed era al governo insieme al Movimento 5 Stelle. Sul caso Gregoretti, invece, la richiesta è stata accolta e il processo che si doveva celebrare a luglio a Catania è stato invece rinviato a ottobre.

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