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Migranti, un altro naufragio nel Mediterraneo. I superstiti sono finiti in un centro di detenzione

Oggi, nella giornata mondiale del rifugiato, si è verificato l’ennesimo naufragio nel Mediterraneo a poca distanza dalla coste libiche. È il terzo da inizio giugno. Non si conosce ancora il numero delle vittime. L’Organizzazione internazionale delle migrazioni ha comunicato che i superstiti sono stati trasferiti in un centro  di detenzione non governativo.
A cura di Annalisa Girardi
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Un altro naufragio nel Mediterraneo, il terzo da inizio giugno, nel giorno in cui si festeggia la giornata mondiale del rifugiato. Poco dopo essere partito dalle coste libiche, un barcone con a bordo diversi migranti è naufragato: il numero delle vittime non è stato confermato, ma diverse Ong parlano di tre morti. L'Organizzazione internazionale delle migrazioni ha dato per prima la notizia, comunicando anche che i superstiti erano stati trasferiti in un centro  di detenzione non governativo, come spesso accade per le persone intercettate in mare dalla Guardia costiera di Tripoli.

I sopravvissuti sarebbero stati soccorsi da un pescatore. Solo pochi giorni fa il corpicino di una bambina di cinque mesi era stato trovato in una spiaggia della Libia, restituito dal mare dopo il naufragio dello scorso 13 giugno in cui avevano perso la vita 12 persone.

Oggi il medico di Lampedusa ed europarlamentare Pietro Bartolo ha scritto su Twitter, in occasione appunto della giornata mondiale del rifugiato: "L’Italia resti fedele alla sua vocazione di Paese accogliente. Per farlo, serve la responsabilità di tutti gli Stati membri dell’UE. Missione di ricerca e soccorso in mare e superamento di Dublino. I processi storici si regolano, non si arginano". Il senatore Pietro Grasso, invece sostiene: "Per la giornata mondiale del rifugiato l'impegno può e deve essere solo uno: cancelliamo i decreti Salvini, che solo quando sbaglia dice la verità. Non rinunciamo a essere un Paese accogliente e solidale".

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