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Mes, il governo frena sulla riforma: “Serve prima ampio dibattito in Parlamento, va modificato”

“Da strumento per la protezione dalle crisi del debito deve trasformarsi in un volano per gli investimenti e per il sostegno a sfide come quella contro il caro energia”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, parlando del Mes.
A cura di Annalisa Girardi
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Si torna a parlare del Mes. Sul fondo Salva Stati è intervenuto ieri in question time il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, secondo cui serve prima un "ampio dibattito parlamentare". Dopo il via libera della Germania l'Italia è rimasta l'unico Paese dell'Eurozona a non aver ancora ratificato la riforma del fondo Salva Stati e il deputato di Italia Viva Luigi Marattin ha presentato un'interrogazione al Mef per sondare le intenzioni del governo italiano: "Emerge con chiarezza la necessità che la decisione di procedere o meno alla ratifica del Trattato sia preceduta da un adeguato e ampio dibattito in Parlamento, anche tenuto conto di quanto emerso dal recente atto di indirizzo approvato dalla Camera", ha detto Giorgetti.

Delle affermazioni, però, che sembrano un tentativo di prendere tempo per nascondere la posizione che diversi componenti dell'esecutivo hanno più volte espresso: cioè una sostanziale contrarietà alla riforma del Mes.

"L'impianto attuale del trattato istitutivo del Mes appare non tenere conto del diverso contesto di riferimento e appare opportuno che, a monte, siano valutate modifiche relative al contenuto del meccanismo", ha detto ancora Giorgetti durante il question time. Secondo il ministro dell'Economia le modifiche dovrebbero riguardare proprio l'obiettivo con cui è nato il Mes: "Da strumento per la protezione dalle crisi del debito sovrano e delle crisi bancarie, deve trasformarsi, a nostro avviso, in un volano per il finanziamento degli investimenti e per il sostegno per affrontare sfide come quella del caro energia e della crisi internazionale connessa alle vicende ucraine, aggiornando le condizionalità attualmente previste ovvero le modalità di utilizzo delle risorse".

Giorgetti ha proseguito definendo il Mes una "istituzione in crisi" e "impopolare", che va quindi riformata nel suo impianto. Marattin, però, ha chiamato in causa il ministro ricordandogli quanto avesse affermato in precedenza: cioè che anche l'Italia avrebbe ratificato la modifica quando fosse arrivato il via libera anche dalla Corte costituzionale tedesca.

"Aveva detto che avrebbe aspettato la Corte costituzionale tedesca per procedere alla ratifica del Mes. La Corte tedesca si è espressa a favore. Gli abbiamo chiesto di dar corso alla promessa. Ma sentite la sua incredibile risposta", ha scritto Marattin su Twitter pubblicando il video dell'intervento in question time in cui il ministro frena sul via libera dell'Italia.

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