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Mattarella replica a Johnson: “Anche noi italiani amiamo la libertà, ma abbiamo a cuore la serietà”

“Anche noi italiani amiamo la libertà ma abbiamo a cuore anche la serietà”: così Sergio Mattarella risponde alle affermazioni del premier britannico Boris Johnson secondo cui in Gran Bretagna ci sarebbero più contagi che in Italia in quanto lì i cittadini amerebbero troppo la libertà per riuscire a rispettare le norme restrittive. Il presidente della Repubblica già quest’estate aveva affermato: “Non dobbiamo confondere la libertà con il diritto di far ammalare altri”.
A cura di Annalisa Girardi
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"Anche noi italiani amiamo la libertà ma abbiamo a cuore anche la serietà": il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella replica così alle dichiarazioni Boris Johnson, a margine della cerimonia in memoria di Francesco Cossiga a Cagliari. Il premier inglese, rispondendo a una domanda durante una seduta di Westminster, aveva detto che in Gran Bretagna si stanno avendo molti più nuovi casi di coronavirus che in Italia, in quanto i cittadini britannici amerebbero troppo la libertà per riuscire a rispettare le regole. A differenza di quanto farebbero invece gli abitanti di altri Paesi, come l'Italia, in cui i contagi sono sotto controllo."C'è un'importante differenza tra il nostro Paese e tanti altri Stati nel mondo. E cioè che noi amiamo la libertà. Per questo è molto difficile per il popolo inglese obbedire in modo uniforme alla linee guida così come sarebbe necessario", aveva affermato Johnson. Dichiarazioni che avevano suscitato un silenzio imbarazzato nel Parlamento inglese e sollevato le polemiche nel nostro Paese.

Quest'estate, in occasione della cerimonia del Ventaglio, Mattarella aveva detto: "Talvolta  viene evocato il tema della violazione delle regole di cautela sanitaria come espressione di libertà. Non vi sono valori che si collochino al centro della democrazia come la libertà. Naturalmente occorre tener conto anche del dovere di equilibrio con il valore della vita, evitando di confondere la libertà con il diritto di far ammalare altri".E ancora: "Imparare a convivere con il virus finché non vi sarà un vaccino risolutivo non vuol dire comportarsi come se il virus fosse scomparso. Soltanto ricordando quel che è avvenuto, e senza dividerci in contrapposizioni pregiudiziali ma con una comune ricerca di prospettive, possiamo porre basi solide per la necessaria ripresa e per pervenire a una nuova normalità".

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