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Matrisciano (M5s): “Serve una Procura sul Lavoro, basta parlare di sicurezza solo dopo le tragedie”

“Esiste uno strumento, la commissione di inchiesta, ed esiste la legge: bisogna controllare di più, ma occorre anche investire sulla cultura della sicurezza negli ambiti lavorativi. È triste che si parli di sicurezza sul lavoro solo quando avvengono queste tragedie”: lo ha detto la senatrice Susy Matrisciano, presidente della Commissione Lavoro a Palazzo Madama, in un’intervista con Fanpage.it parlando del disegno di legge presentato dal M5s per istituire una Procura nazionale sul lavoro.
A cura di Annalisa Girardi
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Negli ultimi giorni i tristi eventi di cronaca hanno riportato al centro dell'attenzione il tema della sicurezza sul lavoro. Una questione di cui troppo spesso si parla solo a tragedie ormai avvenute. "So cosa significa essere familiare di una persona che subisce un incidente sul lavoro. Gli eventi tragici di questi giorni ci impongono come politica di non parlare tanto, ma di fare", ha commentato Susy Matrisciano, senatrice del Movimento Cinque Stelle e presidente alla Commissione Lavoro di Palazzo Madama, in un'intervista con Fanpage.it. Secondo Matrisciano maggiori controlli non bastano, se non si investe allo stesso tempo per incentivare la cultura della sicurezza sul lavoro:

Oggi noi abbiamo uno strumento, che è la commissione d'inchiesta. L'abbiamo portata in Aula il 24 ottobre 2019 e non riguarda soltanto la sicurezza, ma anche le condizioni di lavoro e quelle di sfruttamento. Esiste uno strumento, esiste la legge: bisogna controllare di più, ma occorre anche investire sulla cultura della sicurezza negli ambiti lavorativi.

La proposta di istituire una Procura nazionale sul lavoro

Gli strumenti non mancano quindi, secondo la senatrice Cinque Stelle. Allo stesso tempo, ha proseguito Matrisciano, bisogna pensare a dei nuovi mezzi che permettano di occuparsi più da vicino di tutte le vicende che possono avere a che fare con il tema della sicurezza sul lavoro, dando anche dei punti di riferimento a chi se ne occupa in prima persona. Per questo il M5s ha avanzato un disegno di legge per istituire una Procura nazionale sul lavoro.

Oggi la politica che cosa deve fare? Deve far partire subito la commissione di inchiesta qui al Senato. Ma c'è anche una nostra proposta: quella di una Procura nazionale sul lavoro. Ce la chiedono anche gli addetti ai lavori, cioè tutti coloro che si occupano di sicurezza sul lavoro. Un pool di magistrati specializzati, un organo che si occupi di tutto quello che è il tema della sicurezza sul lavoro e di gestire anche tutte le vicende giudiziarie che si creano poi quando ci sono degli infortuni o delle morti sul lavoro. Ma non deve essere qualcosa che interviene solo a incidente avvenuto: deve essere un organo di riferimento anche per chi opera in questo comparto, come un responsabile per la sicurezza. Questo è un tema molto tecnico per cui ci vogliono magistrati specializzati. È triste che se ne parli solo quando avvengono queste tragedie.

Le politiche attive per il lavoro nel Pnrr

In queste settimane non si sta però parlando solo di sicurezza sul lavoro, ma anche di politiche attive per il lavoro. Un ambito per cui il Piano nazionale di ripresa e resilienza presentato dal governo a Bruxelles ha stanziato 6,6 miliardi di euro. Uno dei punti principali in questo capitolo del Pnrr è quello riguardante la parità di genere e gli incentivi all'occupazione femminile. Secondo Matrisciano, però, per favorire e sostenere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro è fondamentale una maggiore attenzione al welfare:

Uno dei focus principali del Pnrr sono state le politiche di genere, che noi abbiamo ribattezzato politiche di welfare. Perché quando si parla di politiche femminile è di questo che parliamo. Ci sono nel Pnrr incentivi all'occupazione femminile e all'imprenditoria femminile, ma noi dobbiamo creare per le donne una infrastruttura di base che permetta loro di non dover scegliere se essere madre o essere lavoratrice. Questo avviene se investiamo in infrastrutture sociali, quindi ad esempio gli asili nido. E su questo c'è anche un gap territoriale, con una grande differenza tra Nord e Sud.

Parlare di parità di genere nel contesto lavorativo, chiaramente, non può prescindere dalla questione del divario salariale. Per la senatrice, concludendo, un modo per affrontare questa difficoltà è incentivare la trasparenza salariale e continuare a discutere del salario minimo:

C'è anche il discorso di parità salariale tra uomo e donna. Quando parliamo di salario minimo è perché questo serve anche a colmare quel gap retributivo. Noi oggi stiamo esaminando una proposta di direttiva sulla trasparenza salariale e inizieremo un ciclo di audizioni per dare la nostra relazione al Parlamento. 

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