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Mario Draghi all’Onu: “Serve azione immediata o non riusciremo a contenere il cambiamento climatico”

Sulla lotta al cambiamento climatico non c’è più tempo, si deve fare di più e lo si deve fare rapidamente. Lo ha detto Mario Draghi nel suo discorso all’assemblea generale delle Nazioni Unite: “Noi tutti dobbiamo non soltanto fissare degli obiettivi a lungo termine, ma anche allineare le azioni concrete a breve termine. Il nostro successo verrà misurato sulla nostra capacità di rispondere alle istanze delle giovani generazioni con azioni ambiziose”.
A cura di Annalisa Girardi
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Si è aperta oggi la 76esima assemblea generale delle Nazioni Unite, a cui ha partecipato anche Mario Draghi, che è intervenuto alla tavola rotonda sul clima. Il presidente del Consiglio ha iniziato il suo discorso sottolineando l'urgenza di un'azione "rapida e su larga scala" contro il cambiamento climatico, in particolare per ridurre le emissioni di gas serra. "Osserviamo eventi meteorologici estremi che, nelle scorse settimane, sono stati un doloroso promemoria degli effetti dei cambiamenti climatici", ha detto, precisando che quella ambientale è un'emergenza pari a quella del coronavirus, per cui la lotta alla pandemia non deve distrarre i governi dall'impegno in ambito climatico.

Continuando a tracciare un parallelismo con la crisi Covid, Draghi ha ricordato che l'Italia, così come altri Paesi, ha deciso di mettere al centro del proprio piano di rilancio economico una crescita verde e sostenibile. Che però, ha aggiunto, non è abbastanza. "Siamo determinati a porre l'Unione europea sulla giusta traiettoria per ottenere una riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030, e per azzerare le emissioni nette entro il 2050. Ma l'Ue oggi è responsabile soltanto dell’8% delle emissioni globali. (…) Dovremmo convincere le persone e i Paesi a livello mondiale che accelerare la transizione energetica ha dei costi, ma genera anche grandi benefici. Soprattutto nei Paesi emergenti e in via di sviluppo, la rapidità dei flussi di investimento indirizzati verso l’energia pulita è cruciale per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile".

Il presidente del Consiglio ha quindi proseguito affermando che le politiche attuali sono insufficienti perché le emissioni mondiali possano tornare ai livelli del 2019 entro il 2022: "La sfida è evidente: raggiungere la transizione energetica dipende dalla possibilità di fornire un accesso all’elettricità generata da energie pulite a circa 785 milioni di persone entro il 2030 e di fornire ad oltre 2,6 milioni di persone un accesso a energie pulite per cucinare. Noi tutti dobbiamo non soltanto fissare degli obiettivi a lungo termine, ma anche allineare le azioni concrete a breve termine", ha detto, parlando ad esempio dell'eliminazione del ricorso al carbone, o degli investimenti pubblici per la ricerca in ambiti strategici come "l’elettrificazione, l’idrogeno, la bioenergia, la cattura, utilizzo e stoccaggio del carbonio".

Draghi ha quindi parlato del prossimo vertice del G20 che si terrà a prossimamente a Roma e la COP26 di Glasgow, definendole entrambe "un'opportunità imperdibile per rispondere a queste sfide e dimostrare la nostra determinazione collettiva". Per poi concludere sottolineando la grande aspettativa che c'è da parte delle giovani generazioni: "Il nostro successo verrà misurato sulla nostra capacità di rispondere alle loro istanze con azioni ambiziose".

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