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Manovra, Di Maio: “Non vogliamo far guerra all’Ue, ma punti cardine non cambiano”

Il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, assicura che i punti principali della manovra non si toccano, questo però non vuol dire “fare la guerra all’Europa, ma mantenere le promesse”. “Non taglieremo i punti cardine della manovra, ma i prossimi giorni permetteranno ai mercati di essere rassicurati”, garantisce Di Maio.
A cura di Stefano Rizzuti
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Nessuna guerra all’Europa, ma il governo tira dritto sulla sua linea. Il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, in un’intervista a la Repubblica, assicura che i punti cardine della legge di Bilancio non verranno toccati. Però “non si tratta di fare la guerra all’Europa, ma di rispettare le promesse. E non è che facciamo tutto subito perché abbiamo esigenze politiche: il nostro obiettivo è mettere in sicurezza parti di società che non possono aspettare”. Il vicepresidente del Consiglio garantisce che “non taglieremo i punti cardine della manovra, ma i prossimi giorni permetteranno ai mercati di essere rassicurati. Questo governo non vuole uscire dall'Europa e dall'euro, sarebbe anche un bene ribadirlo ai media esteri”.

Di Maio assicura che ci sarà dialogo con l’Ue, anche dopo la bocciatura della manovra e il rischio che venga aperta una procedura d’infrazione: “Vedo che ci sono grandi perplessità nei confronti della manovra e da parte nostra ci sarà il massimo dialogo, ma non possono chiederci di tradire gli italiani”. Il ministro del Lavoro non sembra preoccupato dalle reazioni dei mercati: “È normale che in questi giorni, in attesa della decisione europea, ci fosse grande preoccupazione sui mercati. Adesso c’è un punto di partenza chiaro, la procedura è avviata, lo spread comincia a scendere”.

Di Maio parla anche di Pierre Moscovici, commissario europeo agli Affari economici, con cui il governo italiano si è più volte scontrato negli ultimi giorni: “Non voglio continuare in questo scambio di battute quotidiano, dobbiamo sederci e discutere questa procedura potenziando gli spazi di dialogo. Una riunione ogni tanto non basta. Ci sono tante cose che si possono fare: il taglio degli sprechi, le dismissioni. Ci sono molti asset non strategici su cui si può intervenire”.

Sulla tenuta del governo il vicepresidente del Consiglio non sembra essere preoccupato, nonostante gli ultimi conflitti interni: “Durerà perché sappiamo già quali sono i punti su cui non andiamo d'accordo, lo abbiamo visto quando abbiamo scritto il contratto”. Infine, un commento su quanto detto sui giornalisti dopo l’assoluzione di Virginia Raggi, senza voler però scusarsi per le sue parole: “No, io non ho parlato di tutti i giornalisti, ma credo che la libertà di stampa non possa essere libertà di dire bugie”.

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