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Manifestazione contro il Riarmo il 21 giugno a Roma, chi partecipa e chi no: M5s e Avs in piazza

A Roma si terrà domani, 21 giugno, la manifestazione contro il riarmo europeo, lanciata dalle realtà che aderiscono alla campagna europea “Stop Rearm Europe”. Al corteo andranno i leader di M5s e Avs, Giuseppe Conte, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, mentre non ci sarà la leader del Pd Elly Schlein.
A cura di Annalisa Cangemi
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"NO a guerra, riarmo, genocidio, autoritarismo". Domani 21 giugno a Roma è prevista la manifestazione nazionale contro il riarmo #StopRearmEU, promossa da Arci, Ferma il Riarmo (Sbilanciamoci, Rete Italiana Pace e Disarmo, Fondazione Perugia Assisi, Greenpeace Italia), Attac e Transform Italia, fanno sapere che il corteo “NO a guerra, riarmo, genocidio, autoritarismo”, che aderiscono alla campagna europea “Stop Rearm Europe”, che conta tra le proprie adesioni circa mille sigle in 18 paesi.

La manifestazione, a cui partecipano Giuseppe Conte, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, ma non la segretaria Pd, Elly Schlein, fa parte degli eventi in programma nella settimana di mobilitazione europea, dal 21 al 29 giugno, prevista in occasione del vertice della Nato a L’Aja, che proprio in quei giorni deciderà i dettagli piano di riarmo da 800 miliardi deciso dall'Unione Europea.

La piazza di domani assume un forte valore simbolico anche per l'escalation in Medio Oriente dovuta ai bombardamenti incrociati tra Israele e Iran, un conflitto che potrebbe vedere a breve il coinvolgimento anche degli Stati Uniti di Trump. Sullo sfondo c"è naturalmente la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza, e il conflitto in Ucraina, per il quale una soluzione di pace non è stata ancora trovata.

Gli orari della manifestazione contro il riarmo a Roma

L'appuntamento è sabato 21 giugno alle ore 14:00 a Roma, a Porta San Paolo (Piazzale Ostiense), dove partirà il corteo, che si concluderà alle ore 17.30 in zona Colosseo lato via Claudia. Il corteo si snoderà lungo Viale della Piramide Cestia, Piazza Albania, Viale Aventino, Piazza di Porta Capena, Via di San Gregorio, fino al Colosseo.

La piattaforma della manifestazione contro il riarmo: il testo dell'appello

La manifestazione nazionale rientra nella settimana di mobilitazione europea, che si tiene da domani al 29 giugno in occasione del vertice della Nato a L'Aja, che proporrà all'Italia e all'Ue di aumentare le spese militari fino al 5% di Pil. "In un mondo a pezzi, l'Europa reale dichiara di volersi preparare alla guerra e di voler preparare alla guerra la cittadinanza e le nuove generazioni. Nel frattempo l'Ue e il governo italiano continuano a partecipare e ad armare la guerra in Ucraina e sono complici di Israele, che si prepara all'invasione finale di Gaza e a portare a compimento il piano di eliminazione del popolo palestinese. Ma la maggioranza della popolazione italiana è contro la guerra, e ha diritto ad essere rappresentata" si legge nell'appello.

"La sicurezza di cui abbiamo bisogno è sociale, climatica, democratica, comune. Ci opponiamo al sistema di guerra, alla corsa al riarmo, alla logica della geopolitica e dei blocchi culturali e militari, alla cultura di guerra, alla militarizzazione delle coscienze, del sistema formativo e dell'informazione. Combattiamo razzismo, patriarcato e repressione che il militarismo porta con sé. Il 21 giugno sarà una manifestazione aperta, plurale, accogliente e convivente. Ciascuno con i propri appelli e contenuti, mettiamo in comune ciò che ci unisce. E' l'inizio di un percorso di lungo periodo da fare insieme, per darci più forza".

"Ci opponiamo al piano europeo di spendere altri 800 miliardi di euro in armi. Saranno 800 miliardi rubati. Rubati ai servizi sociali, alla salute, all'educazione, alla costruzione della pace, alla cooperazione internazionale, alla transizione giusta e alla giustizia climatica. Sarà un regalo solo ai produttori di armi in Europa, negli USA e nel mondo. Renderà la guerra più probabile, e il futuro più insicuro per tutti e tutte. Produrrà più debito, più austerità, più confini. Approfondirà il razzismo. Alimenterà il cambiamento climatico. Non abbiamo bisogno di più armi; non abbiamo bisogno di preparare altre guerre. Ciò di cui abbiamo bisogno è un piano completamente differente: sicurezza reale, sociale, ecologica e comune per l'Europa e per il mondo" recita ancora il testo sottoscritto dagli organizzatori.

Chi partecipa alla manifestazione contro il riarmo del 21 giugno

La manifestazione è promossa dalle oltre 300 reti, organizzazioni sociali, sindacali, politiche nazionali e locali che aderiscono alla campagna europea “Stop Rearm Europe”. Oltre alle realtà promotrici che abbiamo menzionato sopra, in prima linea in piazza ci saranno Avs e M5s, mentre il Pd di Schlein non ha aderito, ma ci saranno soltanto alcuni parlamentari dem, che partecipano a titolo personale. La segretaria del Pd Elly Schlein non ci sarà, perché impegnata con la riunione dei Verdi e dei Socialisti ad Amsterdam. Ci saranno invece alcuni parlamentari del Pd, tra cui Scotto, Tarquinio, Strada, Ruotolo. L'ala più riformista del partito non sarà a manifestare, "perché dobbiamo essere coerenti con il nostro impegno a partecipare alla definizione di una difesa europea. Chi ci va, lo fa a titolo personale", ha ricordato la deputata Lia Quartapelle. "Sono rassicurato dal fatto che il Pd non aderisce né intende aderire alla manifestazione di domani che è una manifestazione sbagliata, strumentale e che mistifica la delicata situazione in cui viviamo", è la posizione del senatore Filippo Sensi. Anche Più Europa si è sfilata, sostenendo che un "sentimento antieuropeo non è la soluzione".

Nessun partito di centrodestra sarà presente. "La Lega ha votato contro il piano europeo di riarmo, ma sa bene che Israele è sinonimo di democrazia, la Nato di libertà, Hamas di terrorismo e il regime iraniano di fondamentalismo. Questa è la differenza tra noi e chi scenderà in piazza domani", ha ricordato il vicepresidente del Senato e senatore della Lega, Gian Marco Centinaio."È inaccettabile l’ambiguità dei partiti e dei rappresentanti della sinistra che parteciperanno alla manifestazione. Oggi più che mai, la scelta è chiara: o stanno con l’Occidente, o con chi calpesta diritti e libertà e vuole cancellare lo Stato di Israele", ha spiegato.

Il leader di Azione Carlo Calenda ha spiegato perché non andrà a manifestare: "Si cerca di raccontare una favola semplice e cioè che spendere soldi per le armi è una cosa sbagliata. Ma non piace a nessuno spendere soldi per le armi. Tuttavia noi sappiamo che dalla capacità di difesa, deriva anche l'indipendenza e la libertà e se noi questa indipendenza non ce l'avremo l'Europa finirà fatta a pezzi".

Oggi invece il leader del M5s Giuseppe Conte ha rilanciato la posizione del Movimento: "Noi, per il Movimento, abbiamo sempre fatto della coerenza una posizione chiara. In altre forze politiche ci sono sensibilità diverse ma invito a considerare che oggi non c'è nemmeno all'orizzonte la difesa comune europea. Se consentiamo alla Germania di spendere fino a 800 miliardi per diventare una super potenza militare mondiale in Europa aumentano le asimmetrie e i divari", ha detto Rtl 102.5

Simile la posizione di Avs, che Bonelli ha sintetizzato così: "Quello che sta accadendo nel mondo dovrebbe aprire gli occhi anche a chi ha ancora dubbi: le armi chiamano altre armi, i conflitti si moltiplicano e la corsa al riarmo sta trascinando il pianeta verso una spirale senza ritorno. È nostro dovere etico e politico fermare questa deriva, perché ogni euro speso in armi viene sottratto alla sanità pubblica, all'istruzione, all'assistenza sociale, alla lotta alla povertà. Bisogna investire nella pace, non nella guerra", ha detto il deputato di Avs a Radio 24- "Oggi si parla di un piano europeo da 800 miliardi per il riarmo, ma non si dice che l'Unione Europea già spende ogni anno oltre 573 miliardi di euro per la difesa, secondo i dati SIPRI rilanciati anche da Carlo Cottarelli. L'Europa è già ampiamente armata. Il problema non è aumentare ancora le spese, ma costruire una politica comune di difesa, razionalizzata, coordinata e compatibile con i bisogni reali dei cittadini", ha spiegato.

Conte lancia una mobilitazione in vista del vertice Nato del 24 e 25 giugno

Il presidente del M5s Giuseppe Conte ha chiamato ha lanciato un appello alle forze progressiste europee, per un appuntamento il 24 giugno all'Aia, dove si terrà il vertice Nato, per dire no al riarmo. Non si tratta, ha precisato Giuseppe Conte, di una iniziativa anti-Nato o per un'uscita dalla Nato. C'è una critica, semmai, alla possibilità di destinare ingenti quantità di denaro sulla difesa in un momento in cui si imporrebbero invece investimenti su sanità, welfare e spesa sociale.

"Noi vogliamo dire no alla proposta di aumentare le spese del comparto della difesa fino al 5% del Prodotto interno lordo, se questa proposta venisse accolta i soli Paesi aderenti alla Nato spenderebbero oltre 500 miliardi di euro in più all’anno, quasi triplicando la spesa attuale", ha detto ieri il leader pentastellato al Corriere della Sera.  "Siamo di fronte a un bivio storico, a un’urgenza che ci impone di scegliere da che parte stare". L'iniziativa di svolgerà alla sede del Parlamento olandese, per il tramite del locale Partito socialista.

Faranno parte della delegazione del M5s, oltre a Conte, tutti i parlamentari pentastellati che si occupano di difesa e di temi legati agli esteri. Le altre forze del centrosinistra, Pd e Avs, però hanno già detto che non parteciperanno. Elly Schlein, che domani non presenzierà nemmeno alla piazza a Roma, non si è espressa.

Angelo Bonelli, interpellato dall'Adnkronos, ha detto invece che alla manifestazione di domani sarà accanto al M5s, ma non ci sarà in Olanda perché come "Avs nei giorni della prossima settimana della decisione della Nato, organizzeremo mobilitazioni e sit in Italia per spiegare l'urgenza della pace e dello stop al riarmo".

Hanno risposto fino ad ora alla chiamata gli spagnoli di Sumar, Bsw, il partito della tedesca Sahra Wagenknecht, la greca Zoe Konstantoupolou, l'irlandese Michael McNamara di Renew Europe, pacifista, già promotore dell'intergruppo per la pace, gli olandesi di Sp, molti esponenti di Left, compresa la co-presidente Manon Aubry, che dovrebbe mandare un video di supporto.

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