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Manganellate ai cortei, Meloni convoca la Polizia: “Ingiusta campagna denigratoria contro di voi”

Giorgia Meloni riceve a Palazzo Chigi di sindacati delle forze dell’ordine, dopo gli episodi di violenza ai cortei di Pisa e Firenze: “Non esiste solo il diritto a manifestare, che nessuno mette in discussione: esiste anche il dovere di rispettare delle regole, proprio per ridurre i rischi di incidenti”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Si è svolto a Palazzo Chigi l'incontro tra il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e i sindacati delle forze dell'ordine sulle iniziative legislative su cui è impegnato il governo, in materia di ordinamento, organizzazione e funzionamento delle forze di polizia con funzioni di controllo del territorio.

Alla riunione hanno partecipato anche il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Presenti all'incontro i rappresentanti di Siulp, Sap, Siap, Federazione Coisp-Mosap, Fsp Polizia di Stato Es-Ls-Consap-M.P., Silp Cgil, Cocer Arma Carabinieri, Cocer Guardia di Finanza.

Per la premie Meloni è stata l'occasione per ribadire il sostegno alle forze dell'ordine, dopo gli episodi di violenza che si sono verificati durante i cortei pro Palestina degli studenti a Pisa e Firenze dello scorso 23 febbraio, quando durante gli scontri alcuni agenti hanno preso a manganellate i manifestanti.

"Abbiamo ritenuto importante convocare questo incontro, anche alla luce di quello che è successo in questi mesi e in queste settimane. Come sapete, l'aumento delle manifestazioni di piazza, soprattutto dopo la riacutizzazione del conflitto in Medio Oriente, ha determinato un impegno, qualitativamente e quantitativamente, più intenso per tutti voi. Dal 7 ottobre a oggi, infatti, le iniziative di piazza sono state più di mille. L'Italia, a differenza di altre Nazioni, non ha vietato le manifestazioni a favore della Palestina perché per noi è fondamentale garantire il pieno diritto ad esprimere qualunque posizione politica. È un diritto che va bilanciato col rispetto delle regole che lo disciplinano e con la necessaria tutela degli obiettivi sensibili e che sono presi di mira dai manifestanti, molto spesso riconducibili a simboli più della religione ebraica che allo Stato di Israele (posto che anche questi ultimi vanno difesi)", ha detti la premier Giorgia Meloni nell'incontro con i sindacati delle Forze di Polizia.

"Ci tengo a ricordare, in questa sede, che nel 97% delle manifestazioni che si sono svolte in questi mesi non c'è stata alcuna criticità. Solo nel 3% dei casi si sono riscontrate criticità e questo dimostra l'ottima gestione dell'ordine pubblico e la vostra capacità di proteggere i siti sensibili. Sono dati, questi, che è giusto ribadire e sottolineare, perché ritengo ingiusta la sistematica campagna di denigrazione alla quale siete stati sottoposti". 

"Il ministro Piantedosi, in Parlamento, e il Capo della Polizia, hanno assicurato la verifica attenta di quanto è accaduto a Pisa, e la piena collaborazione con l'autorità giudiziaria per far emergere errori o abusi. Fermi restando questi accertamenti, e rispettandone l'autonomia, lo scopo di questo nostro incontro è di guardare al presente e al futuro, e quindi di ricevere da voi proposte sul contributo che il governo e, per la parte di iniziativa del governo, il Parlamento possono dare oggi per migliorare la gestione dell'ordine pubblico. Vogliamo capire cosa si può fare per una migliore gestione dell'ordine pubblico", ha detto ancora Meloni.

"Siamo perfettamente consapevoli che, tra le tante attività che impegnano le Forze di polizia, quella della garanzia dell'ordine pubblico è tra le più difficili e impegnative. È un'attività che prevede un prima, un durante, un dopo. Un prima: se è vero che le manifestazioni non vanno autorizzate, è altrettanto vero che vanno comunicate per dare modo a voi di calibrare le forze in campo e i mezzi da adoperare. Quando il responsabile dell'ordine pubblico, cioè il Questore, detta prescrizioni sullo svolgimento della protesta, per esempio tenendo a distanza da obiettivi sensibili, lo fa non per negare il diritto a manifestare, ma per garantirlo al meglio, e al tempo stesso per non negare diritti egualmente sanciti dalla Costituzione. È ovvio che se, come è di recente accaduto per più di una protesta, gli organizzatori non danno alcuna comunicazione, questo aumenta le vostre difficoltà, qualunque sia l'età di partecipanti".

"C'è poi un durante. L'equilibrio fra il diritto a manifestare e la tutela dell'ordine pubblico per voi non è dibattito accademico, ma è una scelta estremamente concreta da fare in pochi secondi, spesso stretti materialmente fra i manifestanti che premono di fronte e gli obiettivi da difendere che sono alle spalle. Qualche giorno fa, sulle pagine di un quotidiano, il professor Ricolfi sottolineava come una mentalità che ha messo al bando i doveri genera conflittualità e non costruisce nulla. Sono perfettamente d'accordo con lui", ha rimarcato la presidente del Consiglio.

"Non esiste solo il diritto a manifestare, che nessuno mette in discussione: esiste anche il dovere di rispettare delle regole, che sono state fissate – e più volte sono state ritenute conformi alla Costituzione – proprio per ridurre i rischi di incidenti. Non si tratta di vuoti formalismi. Sono le regole del gioco democratico. Senza queste regole si tratta di un altro gioco. Chi pensa di spacciarlo come democratico sta barando", ha aggiunto.

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