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M5s decide di non decidere: slittano gli Stati generali e la scelta della nuova leadership

Danilo Toninelli ha annunciato che gli Stati generali del M5s si terranno solo dopo il referendum sulla riforma che taglia il numero di parlamentari: “In condivisione con Vito Crimi, abbiamo deciso di posticipare di alcune settimane i nostri Stati Generali. Nei prossimi giorni definiremo una data precisa”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Tutto rimandato. La convocazione del referendum per il taglio dei parlamentari, previsto per il prossimo 29 marzo, fa slittare ancora il cantiere per il rinnovamento del M5s, che dopo le dimissioni del capo politico Luigi Di Maio, arrivate pochi giorni prima delle elezioni regionali, è guidato da Vito Crimi. Gli Stati generali, dai quali dovrebbe emergere una nuova leadership, collettiva o ancora una volta individuale, dovranno aspettare.

"La convocazione del referendum per il taglio dei parlamentari vedrà la comunità del Movimento 5 Stelle impegnata in tutte le piazze italiane per informare i cittadini sul referendum e invitarli a votare Sì. Per questo, in condivisione con Vito Crimi, abbiamo deciso di posticipare di alcune settimane i nostri Stati Generali. Nei prossimi giorni definiremo una data precisa", ha annunciato su Facebook il senatore pentastellato Danilo Toninelli spiegando che sarà comunque dopo il 29 marzo.

La campagna referendaria, spiega Toninelli, impegnerà tantissime persone per una "battaglia di civiltà. In Parlamento – ha ricordato – abbiamo dato il massimo e siamo riusciti a far passare questa riforma. Come tutta risposta il sistema, Lega in primis, sta cercando di fermarci con un referendum tanto inutile quanto dispendioso. Sta a noi non permetterglielo, lottando per mandare al voto e far votare Sì il maggior numero di cittadini. Questo è importante anche perché si tratta di un referendum senza quorum. Quindi state certi che tutte le caste del No andranno in massa a votare, e noi dobbiamo essere più di loro. Abbiamo un'occasione storica. Non lasciamocela scappare".

Lo situazione di stallo all'interno del M5s sembra dipendere soprattutto dall'alleanza con il Pd: lo scontro è tra chi è tentato di percorrere la strada di un avvicinamento con il Partito democratico, in funzione anti-sovranista, e chi, seguendo le indicazioni di Di Maio, vorrebbe collocarsi al di là di destra e sinistra. Il reggente Crimi ha ribadito l'orientamento del Movimento, sulla scia della posizione dell'ex capo politico: "In quale campo ci collochiamo? Ai cittadini interessa che abbassiamo le tasse o meno: è sui temi che dobbiamo metterci in gioco ed essere convincenti". Sul futuro del Movimento, come si vede, c'è ancora nebbia fitta.

C'è chi, come Stefano Buffagni, preme per la creazione di un ‘Politburo', un gruppo dirigente con lo schema ‘6+1', che comprenda anche la figura di un ‘segretario generale' o presidente. E c'è chi, come il sottosegretario Manlio Di Stefano, fedelissimo di Di Maio, propone una sorta di "consiglio (con regole ad-hoc) a sostegno di un capo politico (a tempo pieno)".

Agli Stati generali potrebbe ricandidarsi anche Di Maio, scenario però escluso dal ministro dello Sport Vincenzo Spadafora. Non sono ancora chiare le intenzioni di Alessandro Di Battista circa una sua possibile candidatura. Potrebbe farsi avanti anche Paola Taverna, ma circolano voci circa una discesa in campo della sindaca di Torino Chiara Appendino.

Da oggi su Rousseau sono intanto aperte le candidature per i consiglieri in Campania, Liguria, Marche, Puglia, Toscana, e Veneto. Sul Blog delle Stelle viene precisato che "la fase tecnica di acquisizione delle disponibilità degli iscritti a candidarsi come consiglieri regionali rimane in ogni caso collegata ad ogni eventuale decisione politica assunta per i singoli territori regionali". Diversi eletti in assemblea hanno chiesto appunto di riaprire un tavolo di confronto con le altre forze di maggioranza per poter eventualmente ragionare su una candidatura comune.

Domenica a Napoli gli attivisti e i ‘portavoce' locali si riuniranno in un albergo per decidere il da farsi. Molti eletti campani, tra cui il deputato Luigi Iovino, pensano al ministro dell'Ambiente Sergio Costa come possibile candidato governatore.

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