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Letta: “Dobbiamo accogliere più migranti, serve manodopera e i nostri giovani sono pochi”

Il segretario del Partito Democratico spiega che in futuro “dobbiamo concepire una maggiore capacità di accoglienza e integrazione”. Perché “i giovani italiani sono pochissimi, il nostro sistema imprenditoriale ha bisogno di manodopera che viene dall’immigrazione”. Letta, intervistato a Porta a Porta, detta la linea per il futuro del governo Draghi: riforme e uscita dal blocco dei licenziamenti generalizzato. E sulle riaperture chiosa: “Devono essere irreversibili, stiamo attenti”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La chiave per il futuro è l'immigrazione. Non ci gira molto intorno Enrico Letta, aveva promesso un cambio di passo e lo sta effettivamente mettendo in atto. Lo conferma ancora una volta a Porta a Porta: "Sono determinato, sono tornato per fare le cose per bene, non per vivacchiare, per dare una risposta ai ragazzi che se ne andavano all'estero". Poi il segretario del Partito Democratico dice la sua su uno dei temi che divide il governo Draghi: la gestione dei flussi migratori verso l'Italia. "In molti campi dobbiamo capire che probabilmente serve manodopera che viene dall'immigrazione – spiega Letta – I giovani italiani sono pochissimi, il nostro sistema imprenditoriale ha bisogno di manodopera" e "quindi, per motivi di tutti i tipi, dobbiamo concepire il nostro futuro con una maggiore capacità di accoglienza e integrazione".

Sul tema delle riaperture il segretario del Partito Democratico è chiaro: "Devono essere irreversibili, dobbiamo essere tutti molto attenti". Per quanto riguarda i ristori, invece, Letta è ancora più netto: "Ho l'impressione che ci sia una certa tendenza, forse, a non rendersi conto che bisogna uscire dalla logica del ristoro e a mettersi ad agire e a lavorare, a mettersi in azione". Il segretario dem torna anche sulla sua proposta di aumentare la tassa di successione per dare una dote da 10mila euro ai diciottenni: "Dobbiamo cambiare le cose affinché i giovani trovino in Italia le opportunità, cosa che fino ad ora non hanno trovato".

Letta allontana, per ora, l'ipotesi di candidarsi per uno dei seggi vacanti in Parlamento a Siena o a Roma: "Non ne stiamo parlando, è l'ultima delle cose, non è la prima priorità che metto". Ma "è un'ipotesi – conferma poi il segretario – soprattutto i senesi del Pd mi hanno cercato e vorrebbero che io andassi lì". Letta detta anche la linea per le misure del governo Draghi: riforma del fisco, riforma delle giustizia e bisogna "uscire dal blocco dei licenziamenti generalizzato" e andare verso una "selettività". E sul futuro di Draghi non chiude le porte al Quirinale, ma non se ne parla prima di Natale.

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