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Leopolda 10, a Firenze c’è il pienone per la kermesse di Matteo Renzi: “Sono commosso”

Su è aperta stasera a Firenze la Leopolda, la kermesse renziana, giunta alla sua decima edizione: “Non è vero che siamo circondati da yesmen e signorsì, c’è tanta gente libera che non ne può più della demagogia e del qualunquismo, e questa gente c’è”, ha detto Renzi in apertura dal palco. Oggi dimostriamo che c’e’ un popolo che non ha paura di dire quello che pensa”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Matteo, Matteo", con questa ovazione il popolo della Leopolda 10, tra applausi scroscianti, ha accolto l'arrivo dell'ex presidente del Consiglio sul palco per l'apertura della convention, arrivata alla sua decima edizione. L'ingresso di Renzi è scenografico: le casse sparano a tutto volume ‘Natural' degli Imagine Dragons, e il padrone di casa sfila tra i militanti.

Si è aperta così la kermesse renziana, che ancora prima dell'inizio dei lavori ha fatto registrare un'affluenza altissima: un migliaio di persone era in fila fuori dall'ingresso, in attesa di poter entrare nella stazione. Il traffico nella città fiorentina è rimasto bloccato nei pressi di Porta al Prato, dove si svolge appunto l'evento d'inaugurazione. Circa 2000 persone sono rimaste fuori: per questioni di sicurezza l'accesso ai locali dove si svolge l'evento è stato chiuso perché la sala è stracolma.

Due ore prima dell'inizio il senatore Matteo Renzi, fondatore di Italia viva, ha commentato così sui suoi canali social: "Davanti a questa esplosione di entusiasmo sono commosso e senza parole. Due ore prima dell'inizio la Leopolda 10 scoppia di gente. È bellissimo! Cerchiamo di far entrare tutti".

Appena salito sul palco ha detto: "Non è vero che siamo circondati da yesmen e signorsì, c'è tanta gente libera che non ne può più della demagogia e del qualunquismo, e questa gente c'è. Dieci anni fa – ha spiegato Renzi – sembrava impossibile riempire la Leopolda la domenica: oggi dimostriamo che c'è un popolo che non ha paura di dire quello che pensa, che è forte quando le cose vanno bene ed è forte quando tutti ci dicono che le cose vanno male, e questo popolo, amici della stampa e dei talk show, c'è, può piacervi o meno ma è un popolo che c'è, e se non fate i conti con questo popolo è un problema vostro, non nostro".

Renzi ha smentito di voler far cadere il governo Conte bis: "C'è gente che dice che Renzi vuol far cadere il governo. Se dopo un mese dalla sua nascita lo fai cadere ti ricoverano per schizofrenia". Tuttavia, ha spiegato l'ex premier, "se noi lanciamo delle idee non potete dirci che sono ultimatum. Pensare che non c'è differenza tra idee e ultimatum, credo sia la resa della politica al populismo".

Poi ha ricordato Raffaele Cantone, che da poco ha lasciato l'Anac: "Tra le tante persone che sono passate da questo palco e che voglio ricordare perché ha lasciato un segno, ne scelgo una: in queste settimane ha rassegnato le dimissioni un magistrato che per anni ha lavorato con noi, Raffaele Cantone, per anni esempio a livello internazionale dell'Autorità nazionale anticorruzione". 

Renzi ha poi rivendicato la scelta di partecipare al confronto tv con Matteo Salvini da Bruno Vespa a ‘Porta a Porta': "Con Salvini abbiamo avuto un confronto dai toni civili ed è una cosa normale in un paese civile. Perché è un paese civile – ha aggiunto – quello in cui i leader si confrontano in televisione. I giornalisti fanno gli arbitri, i confronti si fanno con gli avversari politici".

"Dire che è colpa dei nostri insulti" il malore avuto da Matteo Salvini, come lui stesso ha detto, "significa dare un messaggio di odio verso l'avversario che va respinto. Non siamo mai stati, non siamo e non saremo mai quelli che odiano, quelli che attaccano un nemico, ma quelli che forti delle proprie idee, spiegano che la pensiamo in modo radicalmente diverso dalla politica di odio di Salvini". 

Il conflitto in Siria è stato al centro dell'intervento di Matteo Renzi: "Le ragazze curde hanno combattuto per sconfiggere l'estremismo islamico dell'Isis. Quelle ragazze hanno salvato l'Occidente. L'Occidente, salvo oggi, sta perdendo l'onore e la dignità: non basta una piccola tregua. Noi stiamo con le ragazze curde contro l'aggressione turca, di un paese della Nato che sta dimenticando i valori formativi della Nato. Noi stiamo con le donne e gli uomini del Kurdistan. Siamo cittadini del mondo e non possiamo chiudere gli occhi davanti a quello che sta accadendo ai nostri fratelli e alle nostre sorelle del Kurdistan", ha aggiunto.

Dopo il discorso di Renzi si è aperto un collegamento Skype con una comandante dell'esercito curdo a KobaneNessrin Abdalla, che ha combattuto i terroristi dell'Isis, e ha portato la sua testimonianza della guerra, parlando di centinaia di civili uccisi e mutilati: "Sono dieci giorni che va avanti la battaglia e si sta estendendo in tutto il nord della Siria – ha raccontato la comandante – Ora i combattimenti si fanno più vicini. Le persone che sono state costrette a lasciare le loro case e stanno utilizzando le scuole come rifugi".

"Siamo tutti con te, contro l'aggressione del presidente Erdogan. Ho visitato il Kurdistan iracheno, e torneremo a visitare Kobane, libera e liberata", ha detto Renzi rivolto a lei.

Hanno preso la parola anche quattro ragazze, Benedetta, Arianna, Tania, Jessica, che hanno tutte concluso un'esperienza in Direzione Pd prima di passare a Italia viva: "Ho perso la mamma nel terremoto di Amatrice, e ho perso la casa. Mi dicono di venderla ma non voglio, voglio ricostruirla e magari farci un bed and breakfast e chiamarlo ‘da Rita' , intitolato alla mamma", ha detto Benedetta, 27 anni, di Roma, raccontando la sua storia.

Ospite della manifestazione è anche il sindaco di Firenze Dario Nardella: "Siamo in partiti diversi (Nardella è nel Pd ndr) non significa che siamo nemici. Io sono un veterano della Leopolda. Sono almeno venti giorni che i giornalisti mi chiedono se vengo alla Leopolda. Ecco, io sono orgogliosamente un sindaco del Pd, ma alla Leopolda non ci sono avversari. Gli avversari andate a cercarli nella destra sovranista di Salvini".

"A Firenze due anni fa ho incontrato il sindaco di Kobane e lanciammo una sottoscrizione per ricostruire le scuole distrutte dall'Isis. Non appena finirà questa guerra inviteremo nuovamente il sindaco di Kobane a Firenze e torneremo a ricostruire le scuole di tutto il Kurdistan, perché le città si rialzano sempre – ha continuato Nardella –  Mi sono emozionato guardando questo collegamento è stata una bella idea aprire la Leopolda con una voce da Kobane".

"Vi ricordate gli articoli che prevedevano il flop della Leopolda 10 nei giorni scorsi? E invece a tre ore dall'inizio, la nostra casa è già sold out.  Ed è solo l'inizio. Quanto sarà divertente smentire così anche i sondaggi con questa incredibile carica di entusiasmo", ha twittato il deputato di Italia Luciano Nobili.

"Siamo in tantissimi alla Leopolda 10. Una bellissima comunità che si ritrova per portare proposte e idee per il Paese. Davvero un ottimo inizio!", ha scritto la ministra della Famiglia Elena Bonetti, che domani mattina presenterà il Family Act.

Tra i partecipanti c'è anche Simona Bonafè, eurodeputata Pd e segretario regionale dem della Toscana, che ha subito acceso la curiosità dei militanti, che si stavano forse chiedendo se quello non fosse un segnale di un suo imminente passaggio tra le fila di Italia viva. "Resto nel Pd, ma sono venuta a salutare tanti amici", ha spiegato Bonafè.

Domani pomeriggio, alle 17:30, verrà presentato il simbolo di Italia viva, scelto dagli stessi elettori attraverso un voto online. Di mattina alle 11 partiranno i lavori di una cinquantina di tavoli aperti, che saranno la base per il  programma di Italia Viva. Domenica poi proseguiranno gli interventi prima del discorso di chiusura di Renzi previsto per le 13.

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