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Lampedusa, incendiati barconi dei migranti. Pietro Bartolo: “Vogliono destabilizzare clima politico”

Un primo fuoco a Capo Ponente e un altro a Cala Salina hanno distrutto circa una ventina di barconi abbandonati, quelli utilizzati dai migranti per arrivare nell’isola. Pietro Bartolo, medico di Lampedusa ed europarlamentare, ha commentato: “Quanto accaduto questa notte a Lampedusa è una ferita per gli abitanti dell’isola. Qualcuno ha interesse a destabilizzare il clima politico e di convivenza civile. La nostra storia è un’altra”.
A cura di Annalisa Girardi
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Questa notte a Lampedusa sono state date alla fiamme le imbarcazioni utilizzate dai migranti per arrivare nell'isola. Gli incendi sono stati appiccati in due diversi punti, nei "cimiteri" dei barconi con cui profughi e richiedenti asilo sono giunti alle coste italiane. Un primo fuoco a Capo Ponente e un altro a Cala Salina hanno distrutto circa una ventina di barche abbandonate: i vigili del fuoco hanno domato le fiamme verso le quattro del mattino. La procura di Agrigento ha aperto un'inchiesta: "Lampedusa non può diventare territorio di guerriglia", ha commentato il procuratore aggiunto Salvatore Vella.

"Quanto accaduto questa notte a Lampedusa è una ferita per gli abitanti dell’isola. Perché è vero che da anni i lampedusani, che vivono e vogliono continuare a vivere di turismo, aspettavano che quelle barche venissero rimosse. Ma è altrettanto evidente che si tratta di un grave gesto alimentato da qualcuno che ha interesse a destabilizzare il clima politico e di convivenza civile sull’isola", ha commentato il medico di Lampedusa ed europarlamentare. Che ha aggiunto come la situazione, ormai molto tesa, sia dovuta anche alla crisi economica e sociale. "Ma tutto questo non rappresenta i lampedusani, che al contrario hanno espresso una condanna unanime per questo gesto. I lampedusani aspettano di far ripartire le loro attività e non ci sono le condizioni, a cominciare dalla questione dell’insufficienza dei collegamenti aerei per raggiungere l’isola", ha ribadito. Per poi concludere: "Oggi abbiamo la risposta del governo, con il Ministro per il Sud, Peppe Provenzano, in visita istituzionale a Lampedusa (la prima dopo il lockdown) per ascoltare gli imprenditori e cercare insieme di costruire delle risposte".

Anche il ministro per il Sud, Peppe Provenzano, che si trova appunto in visita nell'isola, ha commentato la vicenda: "Non è questo il volto e il cuore dei lampedusani. Lampedusa è luce, bellezza, deve tornare a splendere. Ogni sfregio all’Isola, ogni offesa, ogni crimine è un crimine contro l’umanità". Oggi il ministro incontrerà il sindaco Salvatore Martello, che ha descritto gli incendi come "un'offesa a Lampedusa e al suo popolo, da sempre in prima linea sul fronte dell’accoglienza e un tentativo di destabilizzazione fatto da chi, approfittando dell’emergenza Covid-19, pensa di affermare con la forza e la violenza principi che non sono condivisi dal resto della popolazione".

Oggi ministro e primo cittadino dovranno discutere della difficile situazione in cui versa l'isola. "Qui è tutto bloccato, non ci sono turisti né prenotazioni. E d’altra parte qualcuno mi spieghi come potrebbero arrivare sull’isola se non ci sono i posti sufficienti in aereo. Impossibile così pensare di far ripartire il turismo", ha spiegato Martello. Ad ogni modo, il clima rimane teso. Solo qualche giorno fa un altro episodio aveva portato Lampedusa al centro dell'attenzione mediatica, quando la Porta d'Europa, il monumento di Mimmo Paladino simbolo dello spirito di accoglienza dell'isola, era stata imballata con sacchetti per la spazzatura e nastro adesivo.

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