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Lamorgese: “Invieremo protocollo a Ue con regole precise per Ong che effettuano soccorsi in mare”

Durante un’audizione al Comitato Schengen la ministra dell’Interno Lamorgese ha spiegato che l’Italia ha preparato un protocollo operativo, e lo ha inviato alla Commissione europea: “Abbiamo fornito idee e proposte con l’obiettivo di superare il principio di responsabilità del Paese di primo approdo e promuovere regole per gli Stati bandiera cui dovrebbero attenersi le navi private”.
A cura di Annalisa Cangemi
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La ministra dell'Interno Luciana Lamorgese è stata sentita oggi in audizione al Comitato Schengen, e ha annunciato che le Commissioni territoriali "stanno gradualmente riavviando le attività" in diverse sedi ed "entro la prima metà di luglio è prevista la ripresa di tutte le 20 Commissioni e delle 21 sezioni".

La ministra ha spiegato che sulle istanze di protezione internazionale dal primo gennaio al 12 giugno scorso "sono state adottate 21.144 decisioni, di cui 2.268 riconoscimenti dello status di rifugiato, 1.907 protezioni sussidiarie, 135 protezioni speciali e 16.384 dinieghi (79%)". Nel periodo più intenso di emergenza Covid (13 marzo-12 giugno) "sono stati decisi 4.243 casi", ha spiegato Lamorgese, ricordando che si è trattato di "decisioni prese da remoto e solo per i casi in cui le audizioni dei richiedenti asilo erano state già svolte prima dell'emergenza sanitaria". Ora, il sistema, ha aggiunto il ministro, "è stato interamente dotato di dispositivi idonei alla prevenzione e al contenimento del contagio, che a breve consentiranno la ripresa in sicurezza delle interviste finalizzate alla valutazione delle istanze di protezione internazionale".

Per quanto riguarda invece i trasferimenti di migranti, Lamorgese ha detto che il trend "è stato decisamente in crescita solo dopo l'accordo di Malta (23 settembre 2019) con un incremento superiore all'86%. Prima di tale accordo, infatti, erano state ricollocate solo 85 persone".

Negli ultimi mesi, "le procedure sono state condizionate dall'emergenza epidemiologica che di fatto ha impedito i trasferimenti delle persone", ha spiegato, osservando però che dall'inizio della fase due "sono riprese le attività preparatorie dei ricollocamenti e in tal senso l'agenzia Easo ha ripreso, con tutte le cautele necessarie, ad effettuare le interviste".

Dal primo gennaio 2019 al 25 giugno scorso le persone intervistate sono state 2.081, ha riferito, e "gli Stati europei hanno dato disponibilità complessivamente per circa 1.700 persone" tra cui 705 la Francia, 698 la Germania, 150 il Portogallo, 43 l'Irlanda e 40 la Spagna, mentre "i richiedenti protezione internazionale trasferiti sono stati 684".

A proposito delle ong la titolare del Viminale ha invece riferito che "L'Italia ha costanti rapporti con la Commissione europea sul tema dell'immigrazione. Abbiamo fornito idee e proposte con l'obiettivo di superare il principio di responsabilità del Paese di primo approdo e promuovere regole per gli Stati bandiera cui dovrebbero attenersi le navi private" che svolgono attività di salvataggio nel Mediterraneo.

"Abbiamo preparato – ha informato la ministra – un protocollo operativo e mandato alla Commissione europea; verrà inviato a tutti i Paesi per stabilire regole precise sui soccorsi in mare. Abbiamo ricevuto segnali positivi".

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