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La ricetta elettronica diventa definitiva per tutti i farmaci, finito il periodo di sperimentazione

La ricetta elettronica per i medicinali si potrà fare sempre, senza bisogno di proroghe annuali dal governo. Il nuovo ddl delega approvato dal governo Meloni, una volta messo in pratica con decreti attuativi, renderà strutturali le ricette elettroniche chiudendo il periodo di sperimentazione.
A cura di Luca Pons
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Il Consiglio dei ministri oggi ha approvato un disegno di legge delega che andrà al Parlamento. Nel testo, tra le varie misure di semplificazione su diversi ambiti – turismo, pubblica amministrazione, anche la prevenzione incendi – c'è una norma sulle ricette elettroniche dei medici, che diventano permanenti. Finora, infatti, quella delle ricette elettroniche era una sperimentazione che veniva prorogata ogni anno, come accaduto anche per il 2023. Quando questo disegno di legge sarà approvato, però, diventeranno ufficialmente definitive.

Palazzo Chigi ha comunicato che nel ddl delega ci sono misure "per rendere permanente la digitalizzazione delle ricette mediche, sia quando i farmaci prescritti sono a carico del Servizio sanitario nazionale sia quando non lo sono". Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha commentato con soddisfazione la decisione: "Abbiamo reso strutturale la ricetta elettronica, sia quella rossa che quella bianca, molto apprezzata da cittadini e medici. Abbiamo ritenuto che fosse giusto porre fine alla sperimentazione e alle proroghe per semplificare il lavoro dei medici di famiglia e la vita dei cittadini che non dovranno recarsi negli studi medici ma potranno ricevere la ricetta tramite mail o altri canali sul proprio cellulare".

Oltre a questa misura, il ddl contiene anche altre novità, in particolare per i pazienti cronici che quindi hanno bisogno degli stessi farmaci per un lungo periodo: per loro, la ricetta elettronica avrà validità per 12 mesi, e varrà ogni volta per fare ‘scorta' per 30 giorni secondo il dosaggio indicato dal medico. In questo modo le procedure dovrebbero essere semplificate rispetto alla situazione attuale.

"Un malato cronico ha bisogno periodicamente di assumere lo stesso farmaco", ha spiegato Schillaci. "Grazie a questa norma i pazienti, o chi si prende cura di loro in caso di non autosufficienza, hanno il doppio vantaggio di non dover andare ripetutamente dal medico per ritirare la ricetta e ripetutamente in farmacia per ritirare i farmaci". Come sottolineato dal ministro, "molti pazienti cronici sono persone anziane, spesso affette da più di una patologia cronica, non autosufficienti o che hanno difficoltà a spostarsi". In più la semplificazione dovrebbe aiutare anche "i medici di famiglia, per i quali si alleggerisce il carico di lavoro amministrativo a vantaggio della cura dei pazienti".

Infine, il ddl prevede anche un intervento per evitare le carenze di medicinali: una situazione che in Italia ha tenuto banco nei primi mesi del 2023. Con la nuova norma, le comunicazioni in caso di carenza e il successivo approvvigionamento dovrebbero essere più rapidi. Infatti, le aziende farmaceutiche dovranno comunicare all'Aifa l'interruzione temporanea o definitiva della messa in commercio di un farmaco riferendosi alle singole confezioni dei medicinali, e avranno due mesi di tempo per farlo invece di quattro. Questo dovrebbe anche permettere ai medici di regolarsi in tempo per quanto riguarda i farmaci da prescrivere.

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