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La rete contro i decreti sicurezza: 2,8 milioni di firme online per cancellare le norme di Salvini

Sono quasi 2,8 milioni le firme raccolte negli ultimi cinque anni su Change.org che chiedono politiche migratorie rispettose dei diritti umani e, allo stesso tempo, la cancellazione dei decreti sicurezza voluti da Matteo Salvini quando era ministro dell’Interno. La scorsa settimana si è aggiunta una petizione del sindacato della Polizia della CGIL che ha richiesto l’abrogazione di entrambi i testi.
A cura di Annalisa Girardi
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Il governo è al lavoro sulla modifica dei decreti sicurezza: un lavoro che si preannuncia in salita, con il Partito democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali che spingono per mettere immediatamente mano ai decreti voluti da Matteo Salvini quando era titolare del Viminale, contro il Movimento Cinque Stelle che preferirebbe temporeggiare e rimandare tutto a dopo l'estate. Nel frattempo, in rete aumentano però le persone che chiedono di cancellare i decreti sicurezza. Sono quasi 2,8 milioni (precisamente 2.782.560) le firme raccolte negli ultimi cinque anni su Change.org che chiedono politiche migratorie rispettose dei diritti umani e, allo stesso tempo, la cancellazione dei decreti di Salvini.

Le petizioni su Change.org

Sulla piattaforma sono presenti 29 petizione che rispondono appunto a questi due obiettivi. C'è quella per fermare le morti in mare del Comitato 3 Ottobre, la ong nata in seguito al 3 ottobre 2013, data in cui 368 persone morirono nel tentativo di raggiungere l'Europa: lanciata nel pieno degli anni della crisi migratoria chiedeva all'Europa di intervenire con attività di ricerca e soccorso su ampia scala e di riformare il regolamento di Dublino. C'è poi quella in cui si chiedeva di aprire i porti, lanciata quando Matteo Salvini è arrivato alla guida del ministero dell'Interno e ha iniziato a imporre la politica dei porti chiusi: ha raccolto oltre 52 mila firme. Altre 91 mila firme erano state invece ricevute dall'appello di una ragazza romana, di origine nigeriana, proprio in seguito al primo decreto sicurezza: secondo le disposizioni del testo, la giovane di 17 anni, nata e crescita in Italia, avrebbe avuto notevoli difficoltà nell'ottenere la cittadinanza al 18esimo compleanno.

Baobab Experience, che si occupa di prima accoglienza nella capitale, aveva invece lanciato una petizione per chiedere che le autorità non impedissero il lavoro di attivisti e volontari in favore di tutti i migranti esclusi dal sistema e costretti a vivere in strada. La scorsa estate, con 4 diverse campagne, Change.org ha raccolto oltre 1 milione di firme a sostegno di Carola Rakete e Pia Klemp, entrambe alla guida della nave umanitaria Sea Watch e indagate in Italia per la loro attività di soccorso ai migranti in mare. L'anno scorso, un'altra petizione che invitava il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a non firmare il secondo decreto sicurezza era stata appoggiata da 25 mila firmatari.

Il sindacato della Polizia: "Cancellare i decreti sicurezza"

In ultima, la scorsa settimana, Daniele Tissone, segretario nazionale della SILP, il sindacato di Polizia della CGIL, ha lanciato una petizione per l'abrogazione dei decreti sicurezza, proprio mentre l'esecutivo si starebbe preparando a tornare sul tema. L'appello ha già ricevuto oltre 23 mila firme. Nel testo della petizione si legge:

Si pensi all'abolizione della protezione umanitaria e alla soppressione degli Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, che ha prodotto 2 effetti: tantissime donne e uomini senza lavoro, senza casa e senza documenti in giro per le nostre città e i nostri paesi, col rischio di diventare manovalanza ancor più sfruttata da organizzazioni criminali e imprenditori senza scrupoli, nonché un pesante aggravio del lavoro di polizia e carabinieri proprio in ragione di una maggior presenza di queste persone fuori da centri e strutture di accoglienza che, pur con tutti i limiti, garantivano la possibilità di un controllo cogente. 

Per non parlare poi della specifica disposizione "contra naves" che, nell'ambito dell’asserito e sventolato contrasto all'immigrazione clandestina, mette a rischio la vita dei migranti – famiglie, donne, bambini – negando nei fatti il soccorso in mare e che assegna alle Prefetture una potestà sanzionatoria non prevista dal nostro ordinamento, in violazione del principio di divisione dei poteri, sottraendola al vaglio democratico di un soggetto autonomo ed indipendente qual è la magistratura. 

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