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Decreto sicurezza

Decreti sicurezza, è polemica nella maggioranza: M5s vuole rimandare tutto a settembre

Al Viminale si sono riuniti i capidelegazione dei partiti di maggioranza per discutere le modifiche ai decreti sicurezza già annunciate dal presidente Conte in un’intervista con Fanpage.it. Un vertice che non ha portato però a un’intesa: infatti il M5s punta a rimandare tutto a settembre, mentre per Pd, Iv e Leu i decreti di Salvini vanno modificati subito. Giovedì ci sarà un altro incontro, in cui la ministra Lamorgese presenterà un nuovo pacchetto di modifiche.
A cura di Annalisa Girardi
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Nel pomeriggio, al ministero dell'Interno guidato da Luciana Lamorgese, i capi delegazione dei partiti della maggioranza si sono riuniti per discutere della modifica ai decreti sicurezza. Che il governo fosse pronto a mettere mano ai decreti voluti da Matteo Salvini quando era titolare del Viminale, lo aveva già confermato il presidente Giuseppe Conte in un'intervista con Fanpage.it. Dalla prima riunione di oggi, tuttavia, emergono già le prime difficoltà. Il primo nodo riguarda le tempistiche: se Partito democratico, Liberi e Uguali e Italia Viva chiedono di approvare al più presto le correzioni, il Movimento Cinque Stelle punta a rimandare tutto a dopo l'estate.

Per ora quindi, secondo i pentastellati, non si dovrebbe ancora finalizzare l'abolizione delle multe alle Ong che salvano i migranti in mare o rimettere in piedi il sistema dell'accoglienza diffusa. Il Movimento cerca di posticipare tutto all'autunno, ma le altre forze politiche insistono. Intanto, per il prossimo 30 giugno è previsto un altro incontro in cui la ministra Lamorgese proporrà un'altra serie di modifiche riviste, alla luce di quanto emerso nel vertice di oggi. "Bisogna cambiare radicalmente i decreti riproponendo come tema centrale lo Ius Culturae", ha detto il senatore di Italia Viva, Davide Faraone. Per poi aggiungere: "Cominciamo con la richiesta di ripristinare la protezione umanitaria, il sistema di accoglienza Sprar e poi prevediamo l'esclusione delle misure attuali per i minori non accompagnati e la riduzione a 90 giorni, rispetto ai 180 attuali, per il trattenimento presso i Cpr. Infine, i permessi di soggiorno dovranno essere convertiti in permessi di lavoro laddove ci sia attività regolare".

I dubbi dei Cinque Stelle avrebbero a che vedere con il calendario dei lavori in Parlamento: non si vorrebbe, cioè, addossare alle Camere lavoro aggiuntivo, quando ci sono già moltissimi decreti che, a causa dell'emergenza Covid, non possono aspettare. Ma c'è anche chi li accusa di non voler affrontare il tema. Dal Movimento, Giuseppe Brescia e Vittoria Baladino, affermano: "La revisione dei decreti sicurezza non dovrà essere un’operazione di cancellazione del passato, ma dovrà essere utile per costruire un sistema migliore per il futuro, per governare un fenomeno che rimane globale e su cui serve una forte risposta europea". Quindi spiegano: "Abbiamo fatto notare al ministro e agli alleati che in Parlamento ci sono già diversi decreti legge in conversione. Altri ne sono stati annunciati. Spirito di concretezza e collaborazione istituzionale impongono una riflessione sul rinvio dell’approvazione di questa misura a settembre".

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