video suggerito
video suggerito

La proposta di Asgi: “Regolarizzare anche chi non lavora nei campi, no a discriminazioni”

Nei giorni scorsi le ministre Bellanova e Lamorgese hanno avanzato l’ipotesi di regolarizzazione per i migranti che lavorano nei campi: uno scenario che permetterebbe sia di combattere il lavoro nero, ma anche di far fronte alla carenza di manodopera nel settore primario, colpito dall’emergenza coronavirus. Diverse associazioni, tra cui Asgi, hanno presentato una contro-proposta di regolarizzazione che non sia discriminante sulla base del settore produttivo e avanzano invece l’idea di un permesso di soggiorno di un anno per “ricerca occupazione”.
A cura di Annalisa Girardi
354 CONDIVISIONI
Immagine

L'Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione (Asgi), insieme a moltissime altre organizzazioni, ha presentato una proposta per la regolarizzazione dei cittadini stranieri in Italia. Una petizione che arriva dopo le discussioni degli ultimi giorni sull'ipotesi di una sanatoria, anche per far fronte alla carenza di manodopera nel settore agricolo, fortemente colpito dalla crisi. Le ministre Teresa Bellanova (Agricoltura) e Luciana Lamorgese (Interno) avevano suggerito di regolarizzare i migranti impiegati nei campi in modo, per combattere il lavoro nero in questa situazione di emergenza, ma anche per migliorare la tutela di salute pubblica. "Non può ritenersi accettabile l’approccio utilitaristico del dibattito politico di questi giorni, che nasconde dietro l’esigenza di manodopera in alcuni settori produttivi, una attenzione ipocrita al problema della marginalizzazione, della fragilità e dello sfruttamento di esseri umani invisibili allo Stato perché privi di documenti", denuncia l'associazione romana Baobab Experience.

La proposta presentata da Asgi intende essere inclusiva, senza legare la regolarizzazione al settore produttivo. Ad oggi ci sono centinaia di migliaia di persone straniere che lavorano sul territorio italiano, ma sono prive di permesso di soggiorno: una regolarizzazione permetterebbe sia "l'emersione dall'invisibilità di migliaia di persone che vivono e lavorano sul territorio", sia un maggior controllo della situazione sanitaria nel Paese. "Sapere chi è in Italia e includerlo nei percorsi sanitari di prevenzione, diagnosi e cura è oggi indispensabile per la salute di tutti", si legge nella proposta.

Che di fatto si concretizza nell'ipotesi di rilasciare un permesso di soggiorno annuale, e convertibile alla scadenza, per "ricerca occupazione". In questo modo si permetterebbe sia di far fronte alla mancanza di manodopera per il raccolto nei campi, solitamente coperta da lavoratori stagionali dall'Est Europa che però quest'anno non sono mai arrivati a causa delle restrizioni sugli spostamenti, sia di integrare nel mercato del lavoro anche tutti gli altri cittadini stranieri che risiedono nel territorio.

Anche l'Unione europea ha sottolineato che, in un contesto in cui i rimpatri non possono più essere effettuati, "gli Stati membri dispongono  di un ampio potere discrezionale per concedere il permesso di soggiorno o altra autorizzazione così da riconoscere ai migranti irregolari il diritto di soggiornare per motivi caritatevoli, umanitari o di altra natura". La proposta di regolarizzazione avanzata da Asgi vale quindi per i cittadini stranieri presenti in Italia al 29 febbraio 2020, "in condizioni di irregolarità o anche di regolarità ma con permesso non convertibile in lavoro": per questi si chiede il rilascio di un permesso di soggiorno che permetta al singolo di cercare un posto di lavoro. Oppure, di un permesso di lavoro nel caso in cui la persona sia occupata, ma non tramite contratto regolare: in questo caso si prevede la " sospensione dei procedimenti penali, amministrativi o fiscali in capo al datore di lavoro, fino all’esito del procedimento e loro estinzione in caso di definizione positiva".

354 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views