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“La Libia non è capace di soccorrere i migranti in mare: l’Italia ha le prove ma non le rende note”

In un’interrogazione parlamentare al governo il deputato Erasmo Palazzotto denuncia che la documentazione relativa al progetto, finanziato dall’Unione europea, che ha dato vita alla zona Sar libica è stata secretata e anche l’Italia avrebbe messo sotto segreto il rapporto sulla reale capacità dei libici di effettuare salvataggi nel Mediterraneo.
A cura di Annalisa Cangemi
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Più di seimila persone scappate dall'inferno dei centri di detenzione, dove avvengono quotidianamente torture di ogni tipo, sono state riportate indietro nelle carceri dai militari libici negli ultimi 8 mesi. La Libia non riesce a offrire una collaborazione per le operazioni di soccorso dei migranti in mare, ma i documenti che lo dimostrano sarebbero secretati.È quanto afferma il deputato Erasmo Palazzotto di Sinistra Italiana, in un'interrogazione parlamentare di Leu al governo, di cui è primo firmatario: "Sia numerose inchieste giornalistiche, ultimo l'articolo pubblicato dal settimanale L'Espresso, che i rapporti delle organizzazioni internazionali che operano in Libia denunciano da tempo come la Libia non sia in grado di coordinare gli interventi di soccorso in mare".

"Abbiamo appreso –  dice il parlamentare di Leu – che la documentazione relativa al progetto, finanziato dall'Unione europea, per la zona Sar libica, sarebbe secretata e anche l'Italia avrebbe ‘classificato' e quindi messo sotto segreto il rapporto sulla reale capacità dei libici di effettuare salvataggi nel Mediterraneo."

"La stessa Commissione europea – insiste l'esponente della sinistra – ad una richiesta di accesso agli atti avrebbe risposto con un dossier in buona parte coperto da omissis. E nonostante i tanti omissis da questo dossier sembra emergere che non sarebbe mai esistito un vero centro di coordinamento dei soccorsi libico. In soli 8 mesi la cosiddetta Guardia costiera libica, a cui l'Italia ha donato motovedette e sta fornendo supporto di formazione del personale, ha intercettato e ricondotto ben seimila persone, uomini, donne e bambini nei centri di detenzione libici dai quali erano riusciti a fuggire e dove vengono nuovamente sottoposti a schiavitù e violenze di ogni genere".

"Vogliamo sapere dal governo se è a conoscenza di chi abbia coordinato sul campo – dalla data di dichiarazione da parte della Libia di una propria zona Sar ad oggi – le azioni delle motovedette libiche, quale sia la linea di comando in relazione alle azioni di recupero dei migranti da parte della Guardia costiera libica e se l'Italia ha mai avuto un ruolo nel coordinamento delle operazioni. Forse è giunto il sacrosanto momento di rendere pubblici – conclude Palazzotto – i contenuti del rapporto sulla valutazione complessiva delle capacità operative dei libici nelle loro operazioni compiute nel Mediterraneo".

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