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La Lega Nord licenzia gli ultimi 24 dipendenti. “Costi troppo alti, è stato necessario”

I licenziamenti si sono resi necessari a causa del “cambio del sistema di finanziamento ha comportato anche per la Lega una improvvisa e drastica riduzione delle risorse economiche”, ha spiegato il tesoriere Giulio Centemero.
A cura di Charlotte Matteini
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salvini lega nord 2015

Nuovi licenziamenti in Lega Nord: alle 16.56 di ieri pomeriggio, un fax ha annunciato la messa in mobilità di 22 dipendenti e 2 quadri del partito, gli ultimi rimasti a lavorare per il Carroccio dopo la prima grossa tranche di esuberi del 2014 che portò al licenziamento di 71 persone. Così, ora, nelle strutture della Lega Nord non ci sarà più nemmeno un dipendente direttamente stipendiato dalla casa madre. A firmare l'atto di mobilità è stato il tesoriere del partito Giulio Centemero, che nella missiva ha spiegato che la procedura si è resa necessaria a causa del "cambio del sistema di finanziamento ha comportato anche per la Lega una improvvisa e drastica riduzione delle risorse economiche e finanziarie, fattori che hanno richiesto drastici interventi di ristrutturazione".

Come anticipato, da tempo la Lega Nord sta procedendo al taglio dei costi: tre anni fa venne chiusa la mensa, successivamente vennero dismessi alcuni uffici e infine, ora, è intervenuto il licenziamento dei dipendenti. "Già nel 2014 la Lega aveva promesso e non mantenuto l'impegno a ricollocare i lavoratori e nel corso della mia esperienza sindacale solo il Carroccio e Forza Italia non si sono mai preoccupati del destino dei propri ex dipendenti. Persino la vecchia Democrazia proletaria si impegnò per trovare una sistemazione. Comunque sia, la Lega che a parole difende i lavoratori poi abbandona i suoi", ha commentato Andrea Montagni della Filcams Cgil.

Dal canto suo la Lega Nord, con una nota stampa diffusa in queste ore, spiega che "il ricorso alla procedura di mobilità per 24 lavoratori si è reso necessario a causa del costante andamento negativo della situazione economico-finanziaria del partito, nonché dal fatto che è ancora in fase di completamento il processo riorganizzazione avviato nel 2015 del nuovo modello confederale. Solo con il definitivo completamento di tale processo sarà possibile valutare un’eventuale recupero occupazionale di parte del personale già interessato dai trattamenti di cassa integrazione. Il movimento, pertanto, non ha intimato alcun licenziamento individuale, ma ha avviato un tavolo di confronto con le parti sociali, al fine di analizzare e individuare le migliori alternative per la gestione delle eccedenze di personale, nell’ottica di garantire il maggior recupero occupazionale dei propri dipendenti".

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