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L’Anm replica a Berlusconi: “Sulla magistratura insulti intollerabili”

L’Associazione nazionale dei magistrati risponde all’ultimo attacco del Cavaliere che se la prende con i “soliti pm politicizzati”. “Associazione a delinquere è una frase che non riesco neanche a commentare, sono insulti inauditi“, ha detto il presidente Rodolfo Sabelli.
A cura di Susanna Picone
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L’Associazione nazionale dei magistrati risponde all’ultimo attacco del Cavaliere che se la prende con i soliti “pm politicizzati”. “Associazione a delinquere è una frase che non riesco neanche a commentare, sono insulti inauditi“, ha detto il presidente Rodolfo Sabelli.

“Pensare alla magistratura come a un’associazione a delinquere è cosa che non riesco neanche a commentare. Si tratta di un insulto inaudito assolutamente intollerabile”, si esprime in questi termini il presidente dell’Associazione nazionale dei magistrati che commenta le ultime dichiarazioni del leader del Pdl Silvio Berlusconi. Oggi Berlusconi ha infatti detto che “all’interno della magistratura c’è una parte che ha formato una specie di associazione a delinquere che usa il potere giudiziario a fini politici”. Rodolfo Sabelli ha così risposto a chi gli ha chiesto un commento sulle parole del Cavaliere a margine della presentazione del nuovo libro di Michele Vietti. Sabelli ha detto che “si tratta di forme di attacco ai principi dell’indipendenza e dell’autonomia, che garantiscono il principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge”.

Il Csm: “Moderare i toni” – Un commento da parte sua anche sulla manifestazione del Pdl: secondo il presidente dell’Anm è tutelata la libera manifestazione e si può manifestare sui temi della giustizia ma, ha ribadito, “è intollerabile manifestare contro la magistratura”. E anche il Consiglio superiore della magistratura ha replicato all’ultima provocazione di Berlusconi: “Lancio un appello alla moderazione dei toni, dei gesti e allo spirito di leale collaborazione”, così ha affermato Michele Vietti, il quale ha sottolineato l’auspicio del capo dello Stato per “ritrovare una conciliazione tra il mondo della giustizia e quello della politica”. Solo con una collaborazione leale e fattiva – ha aggiunto Vietti – si può trovare una via d’uscita per il buon andamento del sistema Paese.

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