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Ius soli, news sulla riforma della cittadinanza

Ius soli: al via l’esame alla Camera. Cosa prevede la riforma

Addio allo ius sanguinis, okay allo ius soli temperato e allo ius culturae: sono le nuove modifiche per l’acquisto della cittadinanza italiana da parte dei minori stranieri, introdotti dalla proposta di legge approdata oggi in Aula.
A cura di Biagio Chiariello
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E’ cominciata oggi nell'Aula della Camera la discussione generale sulle nuove norme per l'acquisizione della cittadinanza (ius soli) da parte dei minori stranieri. "E' un momento storico per la nostra vita parlamentare" perché "si discute da più di 15 anni della modifica delle norme sulla cittadinanza" ma "non si era mai riusciti a superare la sede referente" quindi "la discussione che si apre oggi è particolarmente importante" ha detto Marilena Fabbri (Pd), relatrice del testo approvato a Montecitorio dopo l'impasse in commissione Affari costituzionali. "Oggi – ha ricordato Fabbri – l'acquisto della cittadinanza è fondato prevalentemente sullo ius sanguinis, cioè si favorisce lo status di cittadino ai discendenti di cittadini anche in assenza di legame effettivo con il nostro paese e a prescindere dalla conoscenza della lingua. Questa impostazione necessita di essere aggiornata viste le condizioni di un paese in cui al primo gennaio 2015 secondo i dati Istat risiedevano oltre 5 milioni di cittadini di origine straniera di cui oltre 2 mln e 600mila provengono da paesi europei, 1,5 milioni da paesi membri e poco meno della metà da paesi extra Ue".

Cosa prevede la nuova legge sullo Ius Soli

La norma, presentata dal PD, era stata già approvata dalla commissione affari costituzionali della Camera, ma è stata modificata per venire incontro alle richieste di Ncd e Scelta Civica. Due emendamenti, presentati dai partiti, pongono ora nuovi vincoli: obbligo della frequenza di un ciclo scolastico e genitori con permesso di soggiorno di lunga durata. La platea potenziale dei beneficiari della riforma sullo Ius Soli è davvero significativa: i minorenni stranieri oggi in Italia sono oltre 1 milione e ben 925.569 hanno una cittadinanza non comunitaria. Per il parlamentare Pd, Khalid Chaouki, si tratta di " una riforma importante per il futuro dell'Italia, che andava condivisa con il numero più ampio di forze politiche". Critiche, invece, da parte di Sel: " Un compromesso al ribasso – sostiene la deputata Celeste Costantino – che renderà più complicato richiedere la cittadinanza". Chi non ci sta è la Lega Nord: "Faremo battaglia in Aula – annuncia Cristian Invernizzi – per non far approvare il testo".

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