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Istat, in Italia la disoccupazione giovanile è salita al 23,7%

L’Istituto nazionale di statistica ha pubblicato i dati relativi a settembre: quasi un quarto degli under-25 cerca lavoro ma non lo trova, e 10mila perdono il lavoro dopo agosto. I numeri sono positivi rispetto a un anno fa, ma negli ultimi mesi la ripresa dell’occupazione – anche giovanile – sembra essersi fermata.
A cura di Luca Pons
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La disoccupazione giovanile in Italia sale quasi al 24%. I dati di Istat, pubblicati oggi, riportano che a settembre il tasso di disoccupati nella fascia di età 15-24 anni è arrivato al 23,7%, un aumento di 1,6 punti percentuali rispetto ad agosto. Il dato arriva in un quadro in cui, comunque, l'occupazione in generale cresce per la prima volta dopo due mesi di calo: è al 60,2% e segna un +0,2% sul mese precedente, concretamente significa circa 46mila persone occupate in più.

A settembre, in generale, crescono gli occupati e i disoccupati. A diminuire sono gli inattivi, cioè le persone che non hanno lavoro e non ne cercano uno. Infatti, rispetto ad agosto ci sono 8mila persone in più che si mettono alla ricerca di un lavoro: in questa categoria, c'è un aumento proprio tra gli under-25. Insomma, rispetto ad agosto ci sono più giovani che cercano lavoro, ma sono di meno quelli che lo trovano (l'occupazione per questa fascia d'età scende al 19,9%, con un -0,2% rispetto al mese prima) e quindi aumentano i disoccupati.

Il dato, comunque, è in netto miglioramento rispetto a un anno fa: nel settembre 2021, quando gli effetti della pandemia erano ancora più forti, il tasso di disoccupazione che oggi è al 23,7% era al 28,6%. In un anno, quindi, è sceso di quasi 5 punti percentuali: nessun'altra fascia di età registra un calo simile, in proporzione. In numeri assoluti, si parla di 59mila giovani disoccupati in meno, 43mila inattivi in meno e 114mila occupati in più.

Paragonando la situazione di oggi a quella di un anno fa, l'altro cambiamento significativo è per la popolazione tra i 25 e 34 anni, dove il tasso di occupazione è passato dal 63,8% al al 67,2%: sono 160mila persone che hanno trovato un lavoro negli ultimi 12 mesi. In particolare, tra tutte le fasce di età, delle 316mila persone impiegate nell'ultimo anno, 200mila sono dipendenti a tempo indeterminato.

Il numero di persone occupate, dopo una risalita durata tutto il 2021 e buona parte del 2022, aveva smesso di crescere negli ultimi mesi. Nel periodo estivo, da luglio a settembre, il tasso di occupazione complessivo è rimasto invariato (ma con 22mila persone occupate in meno), mentre sono aumentate leggermente le persone che non hanno lavoro e non lo cercano (+0,2%, un aumento di 40mila persone) e sono diminuite le persone disoccupate che cercano lavoro (48mila in meno).

L'aumento generale dell'occupazione, a settembre, coinvolge gli uomini (+0,3%, tasso di occupazione al 69,4%) e in minor parte anche le donne, che in percentuale lavorano molto meno: il loro tasso di occupazione è al 51% a settembre, cresciuto dello 0,1% rispetto ad agosto e dell'1% rispetto al settembre 2021, mentre per gli uomini nello stesso periodo è aumentato di 1,6 punti.

Il tasso di disoccupazione generale è al 7,8%. Come detto, è in calo rispetto al 2021 (-1,1%) e continua il trend di discesa degli scorsi anni, anche prima della pandemia: era quasi al 12% a inizio 2017, sotto il 10% nel 2019. Quando si parla di disoccupazione che scende, non significa per forza che aumentino le persone occupate: anche gli inattivi, cioè chi non ha un lavoro e non lo cerca, contano come "non disoccupati". In questo caso, però, anche il tasso di inattività scende rispetto a un anno fa (al 34,6%, era del 35,2%) e le persone inattive in Italia sono 12,8 milioni: nel 2019 il numero era sopra i 13 milioni, ed era arrivato a 14,6 milioni nel 2020, con la prima fase della pandemia.

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