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Istat conferma la recessione tecnica (ma rivede al rialzo le stime del Pil)

Secondo l’Istat l’Italia è in recessione tecnica: si tratta del secondo trimestre consecutivo di calo, dopo il -0,1% del periodo luglio-settembre. Forza Italia attacca il governo. Brunetta: “Un risultato disonorevole per il nostro Paese, che ormai è abituato ad essere sempre l’ultima ruota del carro”
A cura di Annalisa Cangemi
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L'Istat ha rivisto al rialzo il dato congiunturale del Pil per il quarto trimestre 2018, da -0,2% a -0,1%. Ma la recessione tecnica è confermata: si tratta infatti comunque del secondo trimestre consecutivo di calo, dopo il -0,1% del periodo luglio-settembre. "La nuova stima dei conti economici trimestrali – ha fatto sapere l'Istituto – è coerente con quella annuale diffusa il 1 marzo, e fornisce il primo quadro completo del quarto trimestre 2018. La variazione congiunturale del Pil relativa a tale trimestre è stata rettificata al rialzo, rispetto alla stima flash di fine gennaio, da -0,2 a -0,1%". Secondo l'istituto nel quarto trimestre del 2018 crescono quindi su base congiunturale sia i consumi (+0,1%) che gli investimenti fissi lordi (+0,3%) e ancora meglio fanno le esportazioni (+1,3%). La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito positivamente, per +0,1 punti alla variazione del Pil. Invece, sottolinea, "la variazione delle scorte ha contribuito negativamente sottraendo 0,4 punti percentuali alla variazione del Pil". Sopra lo zero anche l'apporto della domanda estera netta (+0,2 punti).

A pesare sul Pil del quarto trimestre sono state dunque le scorte: si è preferito attingere dai magazzini piuttosto che dare il via a nuove produzioni. Le altre componenti che si riflettono sul Prodotto interno lordo pur restando sopra la soglia dello zero nella maggior parte dei casi mostrano dei rallentamenti rispetto al passato. Istat parla di "una dinamica positiva molto moderata" per investimenti e consumi e di un "effetto negativo" derivante dalla contrazione delle scorte.

Le opposizioni hanno subito attaccato il governo. "Il 2018 lascia un'eredità pesantissima sull'economia del 2019. I dati Istat del quarto trimestre confermano infatti che l'Italia è piombata in recessione tecnica". Lo ha detto la presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini, che ha aggiunto: "Chi dunque aspettava i dati economici per valutare la necessità o meno di una manovra correttiva purtroppo li ha subito avuti, e dunque a causa dell'assistenzialismo elettorale del governo si avvicina una maxi stangata fiscale per ripianare l'eccesso di deficit e debito. Chi si ostina a negarlo, nega la realtà, perché per rispettare gli accordi sottoscritti da Conte e Tria con l'Europa questo sarà necessariamente l'anno delle tasse. Non a caso si studia già un aumento selettivo dell'Iva. Ma sia chiaro: Forza Italia si opporrà con una grande mobilitazione in Parlamento e nel Paese in caso di patrimoniale sulla ricchezza degli italiani, che non possono essere chiamati a rispondere delle scelleratezze del governo".

Anche per Renato Brunetta, responsabile della politica economica degli azzurri, il nostro Paese è il fanalino di coda in Europa: "Oggi l'Istat ha confermato che l'Italia è entrata in recessione tecnica nel quarto trimestre del 2018, essendo il Pil calato del -0,1% rispetto al trimestre precedente. L'istituto di ricerca ha rivisto al rialzo di un decimale il dato congiunturale ma al ribasso quello tendenziale, a 0,0%, dal precedente +0,1%. Il 2019 parte così con una pesante variazione acquisita, quella che si registrerebbe in caso di variazione nulla per tutti i trimestri, del -0,1%. E così, l'Italia ha registrato un andamento del Pil peggiore rispetto a quello di altri paesi come gli Stati Uniti, dove è aumentato in termini congiunturali del +0,6%, la Germania, dove è rimasto invariato e la Francia, dove è aumentato del +0,3%. In termini tendenziali, negli Stati Uniti il Pil è aumentato del +3,1%, in Germania del +0,6% e in Francia del +0,9%. Nell'area euro è, invece, aumentato del +0,2% su base trimestrale e del +1,2% rispetto allo stesso trimestre del 2017. Dal punto di vista internazionale, l'Italia si conferma quindi in ultima posizione nella classifica della crescita. Un risultato disonorevole per il nostro Paese, che ormai è abituato ad essere sempre l'ultima ruota del carro".

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