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Iraq, Salvini sta con Trump: “Ringraziamolo, ha ucciso Soleimani alla faccia di pavidi Italia e Ue”

Matteo Salvini sta con Donald Trump dopo il raid Usa in Iraq che ha ucciso Qasem Soleimani: “Donne e uomini liberi, alla faccia dei silenzi dei pavidi dell’Italia e dell’Unione Europea, devono ringraziare Trump e la democrazia americana per aver eliminato uno degli uomini più pericolosi e spietati al mondo”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il raid degli Stati Uniti, voluto dal presidente Donald Trump, che ha portato all’uccisione del generale iraniano Qasem Soleimani, viene accolto in Italia con molto scetticismo e con tanti timori per il rischio di un’escalation. Timori che non sembrano, invece, condivisi, da Matteo Salvini, che con un post su Facebook elogia e ringrazia Trump: "Donne e uomini liberi, alla faccia dei silenzi dei pavidi dell'Italia e dell'Unione Europea, devono ringraziare Trump e la democrazia americana per aver eliminato uno degli uomini più pericolosi e spietati al mondo, un terrorista islamico, un nemico dell'Occidente, di Israele, dei diritti e delle libertà".

Ma Salvini sembra il solo, o quasi, a pensarla così. Molti più dubbi vengono sollevati dal segretario del Pd, Nicola Zingaretti: “Grande preoccupazione per l'altissimo livello di tensione in Iraq dopo le violenze dei giorni scorsi contro l'ambasciata Usa e l'eliminazione di Soleimani. L'Italia e l'Europa assumano tutte le iniziative utili per scongiurare un'escalation incontrollabile nell'area”. Timori condivisi anche dal leader di Italia Viva, Matteo Renzi: “Il 2020 della politica italiana è iniziato con sterili discussioni da cortile. Quello che sta accadendo in Libia e in Medio Oriente dovrebbe farci cambiare passo e chiamare l'Italia – e l'Europa – a tornare ad avere un ruolo in politica estera”.

Dal Movimento 5 Stelle arriva invece il commento di Alessandro Di Battista: l’ex deputato parla di un “raid vigliacco e pericoloso” perché “il Medio Oriente è una polveriera”. Su Facebook, Di Battista parla ancora di un raid “stupido” e si appella all’esecutivo: “Il governo italiano lavori per il dialogo con l’Iran. In Iran ci sono leggi diverse dalle nostre, si vive in modo diverso ma l’Iran non ha mai rappresentato una minaccia per il nostro paese al contrario, prima delle sanzioni, imposte all’Europa da Washington, l’Iran era un paese fondamentale per la nostra economia e per le nostre imprese”.

Dal ministero degli Esteri emerge preoccupazione, espressa attraverso una nota della Farnesina: “Gli ultimi sviluppi della situazione in Iraq sono molto preoccupanti. Negli ultimi giorni abbiano assistito a una pericolosa escalation culminata nell’uccisione del generale iraniano Soleimani. L’Italia lancia un forte appello perché si agisca con moderazione e responsabilità, mantenendo aperti canali di dialogo, evitando atti che possono avere gravi conseguenza sull’intera ragione. Nessuno sforzo deve essere risparmiato per assicurare la de-escalation e la stabilità. Nuovi focolai di tensione non sono nell’interesse di nessuno e rischiano di essere terreno fertile per il terrorismo e l’estremismo violento”. Parla, invece, di possibili “conseguenze molto serie” il commissario europeo agli Affari economici, Paolo Gentiloni: “Da Italia ed Europa serve un impegno immediato contro i rischi di escalation e di destabilizzazione”.

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