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Inchiesta su Mare Jonio, accusata di aver ricevuto soldi in cambio di un trasbordo di migranti

Inchiesta sul rimorchiatore Mare Jonio, di Mediterranea Savinn Humans. Secondo l’accusa lo scorso 12 settembre del 2020 la nave sarebbe stata pagata dalla nave danese Maersk Etienne, in cambio del trasbordo di un gruppo di migranti. La procura di Ragusa ipotizza i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di violazione alle norme del codice della navigazione.
A cura di Annalisa Cangemi
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Inchiesta sul rimorchiatore Mare Jonio, nel mirino della procura di Ragusa, che ipotizza i reati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e di violazione alle norme del codice della navigazione. La nave di Mediterranea Savinh Humans avrebbe accettato soldi in cambio del trasbordo, l'11 settembre del 2020, di 27 migranti dalla nave danese Maersk Etienne, che li aveva soccorsi 37 giorni prima. Secondo l'accusa il trasbordo sarebbe avvenuto "dopo la conclusione di un accordo di natura commerciale tra le società armatrici delle due navi, in virtù del quale" quella "della Mare Jonio ha percepito un ingente somma quale corrispettivo per il servizio reso".

Risultano indagate quattro persone, tra soci, dipendenti o amministratori, di fatto o di diritto, della società proprietaria ed armatrice della Mare Jonio. Le indagini sono state affidate a un gruppo interforze composto da militari del nucleo Pef della Guardia di finanza di Ragusa e da poliziotti della Squadra Mobile della Questura del capoluogo Ibleo e da personale della sezione Operativa Navale delle Fiamme gialle di Pozzallo e della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Pozzallo. Il procuratore capo Fabio D'Anna ha precisato all'Ansa di non aver aperto inchieste sulla gestione delle ong nei soccorsi in Mare, ma "soltanto su un episodio in cui sono coinvolte due società commerciali" e nessun componente della Mediterranea Saving Humans risulta indagato.

Il gruppo investigativo sta eseguendo un decreto di perquisizione personale e locale e di sequestro finalizzato a "ricercare ed acquisire ogni elemento documentale e/o su supporto elettronico utile a comprovare i rapporti tra gli indagati e tra essi e la società danese armatrice della Maersk Etienne, nonché di eventuali altre società armatoriali". Perquisizioni in corso a Trieste, Venezia, Palermo, Bologna, Lapedona (FM), Mazara Del Vallo (TP), Montedinove (Ap) e Augusta (SR)

La vicenda riguarda lo sbarco di 27 migranti il 12 settembre del 2020 nel porto di Pozzallo dal rimorchiatore Mare Jonio, naufraghi che il giorno prima erano stati trasbordati sul natante della ong, che li aveva soccorsi 37 giorni prima in mare dopo un evento Sar disposto da Malta, ed era in attesa di assegnazione di un porto sicuro. Per la Procura di Ragusa, sulla base di indagini "fin qui svolte, corroborate da intercettazioni telefoniche, indagini finanziarie e riscontri documentali", è "emerso che il trasbordo dei migranti effettuato dall'equipaggio della Mere Jonio" sarebbe avvenuto "senza nessun preventivo raccordo con le autorità maltesi, competenti per l'evento Sar, o con quelle italiane ed apparentemente giustificato da una situazione emergenziale di natura sanitaria, ‘documentata' da un report medico stilato dal team di soccorritori imbarcatosi illegittimamente a bordo del rimorchiatore".

Salvini attacca: "Procura vada fino in fondo"

Il leader della Lega Matteo Salvini ha commentato così la notizia delle indagini: "Ringrazio la procura di Ragusa, è giusto che si vada fino in fondo. Su questo tema chiederò un incontro urgente al Presidente del Consiglio e con il ministro dell'Interno. Nei primi due mesi di quest'anno ci sono stati 4.536 sbarchi, contro i 2.359 del 2020 e i 262 del 2019 con la Lega al governo".

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