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Covid 19

Il sottosegretario Costa dice che è stato un errore non riaprire le discoteche

Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ammette l’errore del governo: sarebbe stato meglio riaprire le discoteche, con il green pass obbligatorio, per evitare feste e rave illegali, ma anche per avviare una campagna di screening a tappeto. La sua posizione, insieme a quella del sottosegretario Sileri, sono rimaste in minoranza all’interno del governo, che ha poi deciso di tenere chiusi i locali da ballo per l’estate.
A cura di Annalisa Cangemi
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Assembramenti, feste private illegali, raduni, rave. Le conseguenze della mancata riapertura delle discoteche in estate sono sotto gli occhi di tutti. E in tutti questi luoghi in cui i più giovani di incontrano per ballare nessuno controlla il green pass, come invece sarebbe accaduto nelle discoteche vere e proprie. Lo stesso sottosegretario alla Salute Andrea Costa ammette l'errore del governo, sottolineando, in un'intervista a Sky Tg24, che la certificazione verde avrebbe permesso di riaprire i locali in sicurezza, in modo controllato, nel rispetto delle norme anti Covid. Inoltre il via libera alle serate da ballo sarebbe stata un'ottima occasione per portare avanti uno screening di massa sui più giovani, effettuando test a tappeto e isolando così i positivi per tempo.

"A mio avviso abbiamo fatto un errore. Sarebbe stato opportuno, una volta stabilito che il green pass era uno strumento a garanzia della sicurezza e della tracciabilità, riaprire gradualmente le discoteche", ha detto a "Timeline", su Sky Tg24.

"Quando al governo ci sono sensibilità diverse – ha proseguito -, ognuno cerca ovviamente di fare prevalere la propria posizione. La mia era quella di aprire le discoteche, e con il green pass questo significava da un lato garantire a certe attività di poter riprendere, appunto, la loro attività, e contestualmente poter gestire meglio quei fenomeni di autogestione che invece continuiamo a vedere e nei confronti dei quali siamo talvolta impotenti. Questa era la mia posizione, dopodiché all'interno del governo è prevalsa la soluzione di non prevedere la riapertura delle discoteche ma lo stanziamento di risorse per, ovviamente, sostenere questo comparto. Ancora oggi, a distanza di settimane, credo sarebbe stato più opportuno una riapertura graduale, perché pensiamo solo a quanti tamponi avremmo potuto fare ai tanti ragazzi che volevano entrare in discoteca e quanti positivi potevamo trovare, scoprire ed isolare: poteva anche venire fuori una sorta di screening in alcune realtà del nostro Paese".

La posizione espressa, precisa il sottosegretario, è un'opinione personale, che però non ha trovato spazio nel governo. Pochi giorni fa era stato l'altro sottosegretario alla Salute, Pieri Paolo Sileri, a dirsi favorevole alla ripartenza dei locali da ballo: "Io sono per discoteche riaperte con il green pass, con regole molto ferree e quindi con chiusure laddove non vengano rispettate". 

"Una scelta che proviene ovviamente dagli organi tecnici e non dal sottoscritto ha lasciato chiuse le discoteche così come le sale da ballo – ha proseguito Sileri ai microfoni di Sky Tg24 -. Per me è un cruccio perché è una battaglia che ho portato avanti e non sono riuscito a tenere il punto. Ma sono pienamente d’accordo anche con i gestori, laddove le regole vengono rispettate e c’è un green pass con un vaccino aiutano nella diagnostica". 

Del resto era stato proprio il Cts a dare a fine giugno l'ok per una riapertura del settore, con alcune regole: disco verde solo in zona bianca e per i locali all'aperto, con i locali riempiti al 50% e solo in presenza di una certificazione verde, cioè con il vaccino, con un tampone negativo effettuato nelle ultime 48 ore oppure dimostrando la propria guarigione dal Covid-19. Il governo avrebbe poi dovuto indicare una data, che lo stesso sottosegretario Andrea Costa vedeva possibile entro i primi dieci giorni di luglio. Poi la variante Delta e la risalita dei casi hanno spinto il governo a optare per i ristori alla categoria.

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